Sul “tesoretto” degli atenei

Email inviata a tutti i docenti del Politecnico di Milano:

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Carissimi,

quale membro del CdA mi corre obbligo fare chiarezza su questo tema, essendo l’ennesima volta che vedo scritte (tra le email che circolano da parte del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, N.d.A.) frasi tipo

  • A tutti abbiamo segnalato l’esistenza del “Tesoretto degli Atenei” con la possibilità di utilizzarlo ove le coperture economiche non fossero risultate adeguate.
  • […] il “tesoretto” degli Atenei, che potrebbe essere messo in campo per risolvere, con un “cofinanziamento” da parte degli Atenei stessi,  il problema delle classi e degli scatti.

Il tema degli scatti mi è ovviamente caro, e tecnicamente me ne sono anche occupato più volte

ma proprio perché importante serve essere chiari e non fuorvianti, e lo faccio per punti

  • nell’FFO non c’è una voce specifica per gli stipendi, è l’ateneo che deve (ricevute le risorse) costruire un proprio bilancio (noi approveremo quello di previsione il mese prossimo) in cui contemplare tutte le voci di spesa oltre che di entrate
  • non c’è quindi alcun tesoretto dovuto ad accantonamento per assegnazioni non distribuite, le risorse vengono utilizzate secondo le esigenze individuate dagli organi di governo dell’ateneo, tra cui le varie chiamate e progressioni di ricercatori e professori
  • l’ateneo non ha, come dovrebbe essere ovvio, alcun modo di determinare o cofinanziare gli stipendi/scatti, “semplicemente” prende atto di quello che sia il corrispettivo dovuto e stabilito dalla legge e lo mette a bilancio

Quindi la richiesta (certamente legittima) di risorse per ristabilire/correggere/finanziare la questione degli scatti persi va rivolta squisitamente a governo e ministero (in primis al MEF, ancor prima che al MIUR…), e non all’ateneo; spero sia evidente il motivo di questa mia, non alimentiamo il tema in malo modo (sono all’ordine del giorno le fake news).

Cordialmente,

Maurizio Zani

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