Metodo sperimentale

Il metodo sperimentale proposto da Galilei parte dall’osservazione del fenomeno, dalla quale si cerca in primo luogo di ricavare un modello di comportamento, una schematizzazione semplice e in analogia con la realtà (inferenza induttiva).

Al modello deve poi seguire una verifica, e a tal scopo si eseguono degli esperimenti: se il risultato è concorde col modello proposto (inferenza deduttiva) abbiamo costruito una teoria, esprimibile attraverso un certo numero di principi (relazioni fra le grandezze fisiche, sono le basi della teoria) e di leggi (ricavabili a partire dai principi o da altre leggi). La teoria così costruita va poi verificata, con la possibilità che essa possa predire il risultato di ulteriori esperimenti; inoltre deve essere generale (abbracciare più ambiti possibile) e accurata (predire il risultato con una certa precisione), e può essere superata da una successiva teoria quando quest’ultima migliora uno di questi due aspetti.

Ciò che fa la differenza rispetto al passato è la presenza dell’esperimento come metodo di verifica e apprendimento, non più il solo ragionamento astratto o speculazioni intellettuali: nella scienza, quindi, nulla è evidente e vero se non è dimostrato sperimentalmente.

 

 

Conviene comunque fare una precisazione: il metodo sperimentale non esclude la possibilità di usare considerazioni teoriche per formulare delle ipotesi sulle quali costruire dei modelli, ma tali modelli andranno poi comunque verificati sperimentalmente, così che la spiegazione di quanto osservato non abbia basi squisitamente personali e soggettive, legate alle opinioni, come accadeva nei secoli scorsi.

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