Data e orario

Utilizzati quotidianamente e spesso in modo abbinato, data e orario hanno un significato differente, oltre al differente aspetto quantitativo reso evidente dalle rispettive unità di misura (i giorni non sono minuti):

  • l’orario definisce un istante temporale, un ben preciso punto sull’asse dei tempi, e viene quantificato per mezzo di ore, minuti e secondi (e volendo ulteriori sottomultipli). Ciò fa sì che si possa determinare un prima e un dopo rispetto a tale istante, una sorta di spartiacque. Se dopo l’indicazione dell’ora non si aggiungono ulteriori dettagli sui minuti, si sta implicitamente assumendo che questi siano nulli (le ore 16 equivalgono alle 16:00), e idem se non si specificano neanche i secondi (avremmo le 16:00:00);
  • la data definisce un intervallo temporale, una differenza tra due punti sull’asse dei tempi, e viene quantificata per mezzo di anno, mese e giorno. Ciò fa sì che si possa determinare ciò che si trova all’interno dell’intervallo, prima di esso o dopo di esso. L’aggiunta dell’indicazione del mese dopo l’anno restringe l’intervallo temporale (indicare il 2017 determina un intervallo di un anno, indicare luglio del 2017 determina un intervallo di un mese) e idem se viene indicato anche il giorno (ad esempio il 4 luglio 2017).

Attenzione quindi quando si ha a che fare con delle scadenze: indicare l’orario specifica in modo preciso quando si è o meno in ritardo (se il termine è entro le 16, anche un decimo di secondo dopo saremo in ritardo, ovvero alle 16:00:00,1), indicare la sola data allarga la possibilità di consegna purché si stia all’interno dell’intervallo identificato (se il termine è entro il 4 luglio, avremo a disposizione l’intero giorno per provvedere).

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