Adeguamento stipendiale ISTAT

L’adeguamento degli stipendi dei docenti e ricercatori universitari è previsto dall’art. 24 comma 1 della legge 448/1998 sulla base degli incrementi medi nell’anno precedente delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati

A decorrere dal 1 gennaio 1998 gli stipendi, l’indennità integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e gradi di qualifiche corrispondenti, dei Corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica, sono adeguati di diritto annualmente in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive, ivi compresa l’indennità integrativa speciale, utilizzate dal medesimo Istituto per l’elaborazione degli indici delle retribuzioni contrattuali.

come confermato anche dall’art. 5 comma 1 del DPR 232/2011 che regola il passaggio al nuovo regime della legge 240/2010 (Gelmini)

Fermo restando quanto previsto dall’articolo 9, comma 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le tabelle di cui agli allegati 1, 2, 3 e 4 sono aggiornate ai sensi dell’articolo 24 della legge 23 dicembre 1998, n. 448.

Viene calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e determinato annualmente (entro il 30 aprile) con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), con decorrenza dal 1 gennaio dell’anno in questione (e conseguente corresponsione dei mesi arretrati rispetto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale).

Si riportano di seguito i decreti e relativo adeguamento percentuale degli anni precedenti (ricordando che nel quinquennio 2011-2015 tale adeguamento è stato bloccato per i docenti universitari, così come gli scatti stipendiali, e sino al 2018 vi è stato il blocco della contrattazione per tutto il pubblico impiego)

Anno Decreto Adeguamento
2024 3.2% (13) 4.4% (14)
2023 DPCM 08/01/2024 (12) 1.50% (8) 2.80% (9) 4.90% (10) 0.98%(11)
2022 DPCM 25/07/2022 0.45% (7)
2021 DPCM 15/03/2022 0.91% (6)
2020 DPCM 13/11/2020 1% (4) 1.71% (5)
2019 DPCM 03/09/2019 2.28% (3)
2018 DPCM 03/09/2019 0.11% (2)
2017 0.00%
2016  0.00% (1)
2011-2015
2010 DPCM 30/04/2010 3.09%
2009 DPCM 29/04/2009 3.77%
2008 DPCM 07/05/2008 1.77%
2007 DPCM 27/04/2007 4.28%
2006 DPCM 02/10/2006 2.23%
2005 DPCM 13/04/2005 2.82%
2004 DPCM 14/05/2004 1.38%
2003 DPCM 20/06/2003 2.75%
2002 DPCM 17/05/2002 4.31%
2001 DPCM 28/05/2001 2.60%

(1) in base alla nota ISTAT di marzo 2016 (qui leggasi il comunicato stampa), restando in attesa di conferma da parte del DPCM

(2) così richiama la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019

(3) valore indicativo in base all’aumento della retribuzione complessiva dei comparti istruzione e ricerca (qui la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019, e qui il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2016-2018 per il personale non docente dell’università), sanità, enti locali e funzioni centrali, e mancando ancora l’adeguamento per il rinnovo dei contratti dei dirigenti. Si veda inoltre il comunicato stampa dell’ISTAT per il trimestre ottobre-dicembre 2018. L’aumento della retribuzione del personale docente sarà (vedi nota della CGIL) di circa il 3.4%, distribuito nel triennio relativo al rinnovo dei CCNL, ovvero uno 0.11% nel 2018 (vedi nota (2), la precedente), un 2.28% nel 2019 e circa l’1% nel 2020 (in attesa degli adeguamenti stipendiali residuali)

(4) si veda la nota precedente per comprendere la motivazione

(5) si veda il link nel mio commento del 14/12/2020

(6) in base al comunicato stampa dell’ISTAT di aprile 2021 si ipotizzava lo 0%

(7) come stimato nella nota ISTAT del 31/03/2022 citata nella circolare #23 del 19/05/2022 del MEF

(8) in base alla nota trimestrale ISTAT del 28/10/2022

(9) in base alla nota trimestrale ISTAT del 31/01/2023

(10) in base alla nota trimestrale ISTAT del 28/04/2023

(11) si veda la circolare del MEF #29 del 03/11/2023, e la nota della CGIL dell’08/11/2023 sulla differenza nel calcolo rispetto alla nota ISTAT

(12) si veda l’interrogazione parlamentare del senatore Francesco Verducci riguardo il ritardo nell’emanazione del DPCM

(13) in base alla nota dell’ARAN del 30/10/2023

(14) in base alla nota dell’ARAN del 31/01/2024

643 commenti su “Adeguamento stipendiale ISTAT”

  1. Mah… a mio avviso la tendenza mi pare sia quella di eliminare gli adeguamenti ISTAT, con il tacito benestare dei Rettori che così avranno meno problemi per i bilanci degli Atenei. Non mi spiego il perché di un così forte ritardo nella emanazione di questo DPCM, a meno che non ci siano problemi di coperture finanziarie che fanno slittare a anno nuovo. Lo dico perché nella nota rgs del novembre 2023, per predisporre i bilanci preventivi per il 2024 degli enti pubblici, si indica di considerare l’adeguamento dello 0.98 relativo al 2023 per la dirigenza non contrattualizzato. Ergo che l’adeguamento del 2024 (se continuerà ad esserci) non potrà che essere messo a bilancio nel 2025 e così via… se questo è l’andazzo, temo che si consoliderà la procedura di adeguare con forte ritardo rispetto ad aprile di ogni anno (sempre se…).

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  2. Mah, le leggi non sono cambiate e qualche anno fa c’è stato un ritardo ben peggiore. Diciamo che per il governo è un inutile danno di immagine, visto che i soldi li devono comunque dare. Ancora un po’ e dovranno accorpare con l’adeguamento per il 2023, come è successo qualche anno fa.

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  3. Chi non ha problemi di adeguamento sono molti rettori, che risulta recentemente si siano incrementati le indennità di carica fino al 500%, un sindacato ha diffuso i dati dell’univ. di Cagliari dove il rettore ha una indennità di carica di ben 132.000. Ma noi abbiamo altri problemi per lo 0.98%

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      • No, a gennaio 2024 non arriverà niente.
        Per prima cosa dev’essere emanato il DPCM (per legge va fatto entro aprile, ma non essendoci sanzioni per il mancato rispetto del termine, il PCM fa quello che vuole). Per ora non è ancora stato emanato il DPCM di aprile 2023.
        Il DPCM poi dev’essere pubblicato in GU. Se non ricordo male, ci vuole un mesetto dalla firma del DPCM. Potrei sbagliare, però.
        Una volta pubblicato il DPCM in GU, l’aumento viene applicato con il cedolino del primo mese utile, includendo tutti gli arretrati (in questo caso, da gennaio 2023).

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      • ma perché parliamo di 0, 98????
        in base alla nota trimestrale ISTAT del 28/04/2023 relativa all’aumento medio nel 2022 dall’1 gennaio 24 ci spetta per legge (art. 24, comma 1, legge 23 dicembre 1998, n. 448) il 4,90% di aumento
        Lo 0,98 credo si riferisca all’iscrizione in bilancio per l’anno successivo
        Altrimenti resteremmo fortemente pregiudicati nei confronti dell’inflazione registrata nel biennio 21/22 rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori

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        • “…resteremmo fortemente pregiudicati … rispetto a tutte le altre categorie di lavoratori”

          Mi sa che vivi nel mondo delle favole… mettiti i soldi in tasca e non fare i conti nella tasca degli altri.
          I dirigenti sono l’unica categoria che ha visto crescere gli stipendi rispetto all’inflazione, quindi continua a mangiare con la bocca chiusa.

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  4. Tutto il personale della p.a. che ha retribuzioni non soggette ad accordi collettivi nazionali di lavoro, cioè il personale non contrattualizzato (perchè il suo rapporto di impiego non è oggetto di un vero e proprio rapporto di lavoro con annessa contrattazione collettiva (cioè il personale militare e delle forze di polizia, dei VV.FF., diplomatici, prefetti, professori universitari e ricercatori) è soggetta al medesimo meccanismo, che risulta spesso difettoso, perchè presuppone una media degli aumenti di tutti gli altri contratti collettivi del pubblico impiego e se non erro vi sono state difficoltà di contabilizzazione esatta e ritardi proprio su tutti i contratti. Poi vi sarà l’emanazione del DPCM, a cui segue il controllo preventivo di elgittmità della Corte dei conti, a cui segue in caso di registrazione da parte della Corte, la pubblicazione dlla Gazzetta ufficiale e soltanto subito dopo possono essere messi in pagamenti gli aumenti dagli atenei.

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  5. No, Tommaso, si riferisce proprio al 2023. Vedi circolare MEF dello scorso novembre (https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/circolari/2023/circolare_n_29_2023/) .
    La circolare recita: “Con riferimento al personale non contrattualizzato, in merito all’aggiornamento annuale relativo all’anno 2023, occorre tenere conto della comunicazione ISTAT riferita all’adeguamento retributivo per il medesimo anno, pari allo 0,98 per cento, che dovrà essere recepita nell’apposito d.P.C.M. in corso di perfezionamento, ai sensi dell’articolo 24, comma 2, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, ai fini dell’accantonamento per i relativi oneri da effettuare nei rispettivi bilanci.”
    Dunque, sappiamo già che per il 2023 è certamente lo 0,98%, soltanto attendiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM.

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    • Ma se è così, è contro l’art. 24 richiamato, ove si dice “in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive..”
      L’anno di riferimento è e deve essere il 2022 per l’adeguamento 23
      Del resto il 2022 è quello che ha registrato gli incrementi più significativi e sarebbe una bella fregatura se per noi si passasse dal 2021 (anno di riferimento per l’adeguamento 22) al 2023 senza conteggiare proprio il 2022
      bisogna opporsi, fare qualcosa

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      • Non ho capito come questo dovrebbe influire. L’adeguamento è 2023, decorre dal 1° gennaio 2023 ed è calcolato sui rinnovi contrattuali del personale contrattualizzato, non docente, nel 2022. Ciò non toglie che l’adeguamento sia 2023 e decorra dal 1° gennaio 2023.

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  6. Come si giustifica un aumento Istat inferiore all’1% quando per TUTTI gli altri sono stati molto maggiori (per non parlare dei dirigenti dei ministeri…) e che senso/giustificazione ha rispetto ad un valore atteso di almeno il 4,5 %?
    Sapete come viene calcolato?

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  7. Abbiamo discusso molto nei post precedenti del perché l’aumento istat è solo 1%… in estrema sintesi, il meccanismo di calcolo utilizzato dall’Istat aggancia gli incrementi dei nuovi contratti con una certa inerzia, per cui il 2023 dovrebbe prevedere questo 0,98% mentre il 2024 dovrebbe attestarsi intorno al 3,2% o poco più, quindi a quel punto dovrebbe avvicinarsi alle percentuali medie di aumento degli altri comparti. Il problema maggiore emerso è però sulla mancanza della retroattività di questi incrementi, che si riferiscono a contratti relativi al triennio 2021-2023, per i quali il personale pubblico percepirà tutti gli arretrati, mentre noi, non solo riceviamo questi aumenti con un inerzia ulteriore di 1-2 anni, ma non percepiamo nessun arretrato.

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    • Gianluca, triennio 19-21 …. come indicato anche nella nota per la interrogazione parlamentare.

      Il ritardo enorme riguarda un po’ tutti i pubblici dipendenti … tranne pochi comparti diciamo cosi’ “fortunati”.

      La confusione dilaga, non mi riferisco al tuo intervento. Si rischia di perdere il filo … e la fiducia nelle istituzioni

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      • Si certo il triennio 2019-2021, mi sono distratto mentre lo scrivevo, ma purtroppo è ben chiaro, visto il danno di tutti questi anni di mancati arretrati

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  8. Questa vicenda dell’adeguamento Istat è la cartina di tornasole della scarsa considerazione che le Istituzioni tutte, di qualunque orientamento ideale e colore politico, nutrono nei confronti della docenza universitaria. Peraltro, di ciò c’erano anche altre evidenze … come l’assenza di retribuzione per i professori universitari impegnati come commissari nelle procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale. Solo il rimborso per le eventuali missioni … ma nemmeno un gettone di 1000 euro per due anni e più di lavoro! Che cosa assurda!

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  9. il dpcm datato 08.01.2024 è stato registrato dalla corte dei conti in data 11.01.2024, seguirà pubblicazione in gazzetta ufficiale ed esecuzione.

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  10. DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 gennaio 2024 Adeguamento del trattamento economico del personale non contrattualizzato, a decorrere dal 1° gennaio 2023. (pubblicato in GU Serie Generale n.13 del 17-01-2024)

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  11. Dal sito CGIL (https://www.flcgil.it/universita/docenti/docenza-universitaria-arriva-adeguamento-istat-2023.flc) riporto la frase finale……
    Più tempo passerà, più si dilazionerà negli anni l’aumento degli stipendi del personale non contrattualizzato, che rischia di vedere in busta paga gli adeguamenti relativi all’inflazione del 2022 e 2023 solo nel 2026 o 2027 (senza arretrati per gli anni passati, essendo che il meccanismo previsto dalla norma non lo prevede). Per questo, come FLC CGIL, informiamo e coinvolgiamo anche la docenza universitaria nella mobilitazione per un rapido ed effettivo rinnovo dei contratti, in grado di difendere il potere d’acquisto degli stipendi pubblici.

    Verrebbe da chiedersi perchè la CGIL non organizza un mega ricorso nazionale per correggere questo sistema perverso e fortemente penalizzante per la docenza universitaria?

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  12. In termini concreti – sulla base dello 0,98 per cento di adeguamento Istat – quanto avrà in più al mese, rispettivamente, un Ricercatore, un Associato e un Ordinario?

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  13. https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/01/18/firmato-allaran-rinnovo-contratto-istruzione-2019-2021_fccc99eb-151f-43be-b5ee-0a14f4d795d8.html

    Questi anni sono persi per il calcolo degli arretrati perché per il triennio 2020-2022 “hanno già dato” e lo stesso avverrà quando tra 4 anni (con il solito comodo) aggiorneranno 2022-2023 e 2024.

    Stessa cosa per il contratto dei medici:
    https://www.corriere.it/economia/lavoro/24_gennaio_18/contratto-medici-febbraio-289-euro-aumento-medio-tutte-novita-c026e26a-b5d5-11ee-8131-eee5ee6b3690.shtml

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  14. francesco mancuso il 06/12/2023 alle 19:08, scrisse:

    Caro Fabio, inizio a sondare disponibilità di colleghi amministrativisti e combattivi. Certamente, un eventuale ricorso dovrebbe serbare memoria di quanto scrive Maurizio (“l’oro per la Patria” di fatto prelevato forzosamente solo alla nostra categoria) e dovrebbe essere pronto a sollecitare, in ultima istanza, le Corti europee. Le adesioni non mancherebbero certo (ergo: diminuirebbero anche i costi del ricorso). Tutto sta nell’organizzazione.

    Caro Francesco, hai novità ? abbiamo fatto qualche passo avanti nell’ipotizzare un mega ricorso?

    Grazie, ciao, Fabio

    Rispondi
    • Mi pare un’ottima idea. I ricorsi precedenti di cui abbia memoria – per esempio quello relativo al blocco degli scatti stipendiali post-2010, che pure non ebbe esito felice – hanno sempre avuto una elevata partecipazione, a costi ridotti (all’epoca si spese, mi pare, sui 100 euro a testa). Non dubito che anche questo ricorso raccoglierebbe una grossa fetta di colleghe/i.

      Rispondi
    • Caro Fabio, sì, e gli interstizi della legge consentirebbero spazi di manovra (così conferma autorevolissimo amministrativista) Si tratta solo di procedere – cosa non facile sebbene già tentata – a calcoli dettagliati. Terrò aggiornati senz’altro.
      Ciao, Francesco

      Rispondi
  15. Dal DPCM del 8 gen 2024, l’adeguamento ISTAT viene calcolato sulle voci stipendiali in essere al 1 gen 2022.

    Viene erogato a partire dal 1 gen 2023 …. ma il calcolo e’ fatto al 1 gen 2022.

    Precisi al centesimo …. di fatto cio’ che e’ accaduto nel 2022 non viene considerato. Ne’ in termini di arretrati ne’ in termini di storia stipendiale di ognuno di noi.

    cari saluti

    Rispondi
  16. L’adeguamento (e gli arretrati) e’ assegnato a partire dal 1 Gennaio 2023 … ma la base di calcolo e’ cio’ che ognuno di noi ha riscosso al 1 Gennaio 2022.

    Per calcolare gli adeguamenti mi pare di capire che ISTAT calcoli la media degli incrementi stip. nei 12 mesi dell’anno precedente (in questo caso il 2022) … lo 0.98 deriva dal fatto che gli incrementi reali dei salari nel 2022 si sono registrati in pratica (a quanto si dice) solo negli ultimi mesi dell’anno. OK.

    Ora se a qualcuno di noi universitari (e forse anche ad altri lavoratori non contrattualizzati) e’ capitato di cambiar “classe stipendiale” nel corso del 2022 … (probabilmente a diversi di noi … non a me) il riferimento riguarda comunque le voci stipendiali di gennaio 2022 e non (ad esempio) dell’ottobre o del dicembre 2022 … da profano mi sono posto la questione … probabilmente questa e’ la prassi, forse giusta tecnicamente, ma ancora una volta la prassi va a favore del “risparmio” ( forse qualche spicciolo, non certo decine e decine di milioni ) per le casse pubbliche (e delle università)

    tutto qui

    saluti

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    • La base di calcolo è quella del 1 gennaio 2022, compresa la sua evoluzione nei mesi successivi per effetto di scatti etc…, come altro potrebbe esser calcolato un arretrato?

      Rispondi
    • La base di calcolo sono le tabelle valide al 1 Gennaio 2022, che vengono aggiornate in tutte le voci a partire dal 1 Gennaio 2023. Tali tabelle contengono gli importi per tutte le posizioni e relative classi stipendiali, e saranno il punto di riferimento per le nostre retribuzioni fino al prossimo adeguamento, per cui il problema che segnali a mio avviso non si pone.

      Rispondi
      • La dico “terra terra” … forse sbaglio io … sicuramente (mi succede spesso), ma la cosa la leggo cosi’.

        Caro dipendente avrai gli aumenti a partire dal giorno 1 Gennaio 2023 ma il conteggio dell’aumento te lo faccio su quello che guadagnavi il giorno 1 Gennaio 2022 … non su quello che avresti guadagnato a bocce ferme (senza il nuovo generoso aumento) lo stesso 1 Gennaio 2023.

        Dove e quale e’ l’errore del mio ragionamento (ripeto … terra-terra)?

        ciao

        Rispondi
        • Forse è colpa mia che da sempre bisticcio con i numeri e la matematica, ma continua a sembrarmi tutto corretto e lineare!
          L’idea di poter avere, dal 1° gennaio 2023, un aumento commisurato ad una percentuale di quanto guadagno quello stesso giorno a valle dell’aumento stesso, mi dà l’idea di trovarmi in un cortocircuito logico che trascende le mie capacità.
          Mi arrendo e lascio la parola alle menti scientifiche

          Rispondi
  17. la nota ARAN stabilisce per il 2024 il 3.2%, ma questa proiezione è indicativa come è successo nel 2023?
    Recepisce il mancato adeguamento adeguamento ISTAT del 2023?
    Quando potremmo avere un quadro più completo , entro il 30 aprile 2024?

    Rispondi
    • La nota ARAN per il 2024 è ancora indicativa, perché mancano i dati ufficiale dell’ultimo trimestre 2023, ma indicativamente si troverà intorno al valore del 3,2%, forse qualcosina in più se fossero considerati gli aumenti di dicembre per molti comparti pubblici contrattualizzati.
      L’adeguamento ISTAT del 2023 c’è stato, il DPCM è uscito da poco e stabilisce lo 0,98% a partire da gennaio 2023, nei prossimi mesi dovremmo vedere l’adeguamento in busta paga e ricevere gli arretrati.
      Il nuovo adeguamento del 2024 tiene già conto dei precedenti aumenti, in quanto viene calcolato sulla base degli aumenti mensili rispetto all’anno precedente. In parole povere, il 3,2% (ancora valore orientativo) di adeguamento si aggiungerà da gennaio 2024 all’adeguamento 2023 (0,98% dato ufficiale ma ancora non contabilizzato).

      Rispondi
  18. Buongiorno a tutti, qualcuno è riuscito a visionare la nota Istat del 31 marzo 2023, n. 1211433, citata nel DPCM appena pubblicato nella GU? Sembra che sia quella con la quale l’Istituto nazionale di statistica ha comunicato che la variazione complessiva delle retribuzioni contrattuali pro capite dei pubblici dipendenti, esclusi il personale di magistratura ed i dirigenti non contrattualizzati, tra il 2021 e il 2022 è risultata dello 0,98 per cento”.

    Rispondi
    • Ciao Michele, dalle informazioni che ho avuto fino ad ora (fonte ISTAT) queste note non sono rese pubbliche, sono invece pubblicati da ARAN i dati sull’andamento del complesso della PA (dirigenti e non dirigenti) che costituiscono una buona approssimazione degli incrementi calcolati da ISTAT per la nostra categoria. Puoi trovare dettagli e riferimenti su questo nei precedenti interventi.

      Rispondi
  19. La nota ISTAT del 31 gennaio 2024 sulle retribuzioni contrattuali orarie a dicembre 2023 registra un aumento del 22,2% per la pubblica amministrazione rispetto a dicembre 2022. Considerato che da novembre 2023 a dicembre 2023 c’è stato un aumento del 19,7%, questo dato evidentemente rispecchia tutti i contratti applicati nell’ultimo mese dello scorso anno e ritengo si confermerà poi nei prossimi mesi. Anche se è assodato che noi non vedremo questo incremento prima di 2-3 anni, a mio modo di vedere nel 2025/2026 dovremo finalmente osservare un incremento dell’adeguamento ISTAT ben più consistente del misero 0,98% di quest’anno.

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    • Il valore dovrebbe essere 4,4% per il 2024, preso dalla tabella della seconda pagina “Var. % medie annue”, dato di dicembre, che, come scrive la nota, equivale alla media annua del 2023.
      Il dato finale potrà variare, ma di molto poco rispetto al 4,4%, in quanto da questo valore vanno tolti i dati dei settori pubblici non contrattualizzati.

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    • Un bel salto! è stato recepito un aumento congiunturale (differenza tra Novembre 2023 e Dicembre 2023) del 16.6%, per la maggior parte dovuto ai contrattualizzati non dirigenti (vedi 19.7% a pag. 5 e successiva per la contrattualizzazione collettiva 17,8%), arrivando ad un aumento tendenziale a Dicembre del 18.7%. Essendo a fine anno, questo aumento si manterrà per tutto il 2024, e nel caso in cui non ci siano ulteriori rinnovi nel 2024, la percentuale si trascinerà per tutto l’anno 2024 con i seguenti aumenti tendenziali nei 12 mesi (ottenuti sottraendo al tendenziale di dicembre 2024 i congiunturali del 2023): 17,1% a Gennaio, 16.9% nei 10 mesi successivi e 0.0% a Dicembre 2024. Per un aumento medio a due cifre pari a circa il 15.5% per il 2025, questo, da ricordare nel caso peggiore, ovvero in mancanza di rinnovi nel 2024.

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  20. Sembrano comunque strani questi aumenti congiunturali quasi del 20% da Novembre a Dicembre 2023,
    18% circa per la contrattazione collettiva.
    Non e’ certamente questo l’incremento previsto nei contratti collettivi rinnovati.
    Mi sto domandando da cosa deriva questo incremento?
    Alcune ipotesi:
    1) Un errore di un fattore di 10 da qualche parte che si e’ propagato in tutta la tabella?
    2) Oppure potrebbe dipendere da misure come la rimodulazione dell’IRPEF e la riduzione del cuneo fiscale che generando discreti incrementi sulle retribuzioni più basse contribuiscono ad alzare le media di tutte? Ma queste non si dovrebbero riscontrare a partire da Gennaio 2024? Oppure in qualche modo scattano a fine anno?
    3) Oppure potrebbe essere una quantificazione di una tantum e/o arretrati? questi pero’ dovrebbero far riscontrare variazioni congiunturali negative nei prossimi mesi, e quindi i cospicui aumenti per il 2025 non ci saranno?
    4) Altro?

    Se non ci sono errori e l’incremento dipenda dall’ipotesi 2 non ci va poi male in quanto si andrebbe a recuperare, se pur con un anno di ritardo, i benefici di alcune misure applicate sulle fasce di reddito basse, con le stesse proporzioni, compensando con un aumento cospicuo nel 2025 anche gli arretrati.
    Sara veramente cosi?

    Cosa ne pensate?

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    • Come avevo scritto nel mio post-precedente, a Dicembre c’è stato un aumento per tutti i dipendenti pubblici contrattualizzati, che in qualche modo anticipa il rinnovo di tutti i CCNNLL 2022-2024 che dovranno essere fatti nel prossimo periodo.
      Sinceramente non mi aspettavo un aumento così importante, che ha già ritoccato sensibilmente al rialzo la percentuale che dovremo avere per il 2024 e che si trascinerà in maniera sostanziosa anche per il 2025!

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  21. Purtroppo l’incremento cosi alto dipendere dall’ipotesi (3): l’erogazione anticipata dell’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale, come dalla mota istat che segue di cui riporto sotto la parte finale:
    https://www.istat.it/it/archivio/293486
    Per tanto dovremmo aspettarci variazioni congiunturali negative a Gennaio 2024, e quindi temo che dobbiamo scordarci l’adeguamento a due cifre per il 2025 che auspicavo nel precedente intervento. L’entità della variazione negativa, si potrà’ valutare con la nota statistica ARAN di Aprile.
    Rimane comunque notevole l’effetto sull’adeguamento 2024.

    “A dicembre 2023, il valore dell’indice delle retribuzioni contrattuali è fortemente influenzato dall’erogazione anticipata dell’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale (anno di competenza 2024) per i dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni statali, come previsto dal DL 145. Per la PA si registra, infatti, una variazione congiunturale e tendenziale decisamente elevata, nonostante, nell’indice, l’erogazione dell’anticipo sia stata limitata alle sole amministrazioni statali, potendo quelle non statali erogare l’incremento mensilmente a partire da gennaio 2024 e non avendo informazioni su quali tra esse abbiano deciso di erogarla in anticipo. Pertanto, gli indici di gennaio 2024 non potranno che registrare una variazione congiunturale negativa.”

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  22. Mah, in effetti un aumento tendenziale del 22,2%, dicembre 2023 su dicembre 2022, appare mostruoso e tutto da decodificare. Si generebbe un aumento degli stipendi da gennaio 2024 del 5,45%. Comunque, speriamo non ci siano errori e che sia davvero così. Per quanto i bilanci degli Atenei traballeranno con un incremento degli stipendi di questa entità, a FFO praticamente invariato.
    In ogni caso, anche in presenza di correzioni successive da parte dell’Istat, si dovrebbe restare con un incremento superiore al 4%.

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  23. Aggiungo che nel commento fornito dall’Istat si forniscono alcuni chiarimenti su questo dato anomalo di incremento tendenziale del 22,2% registrato a dicembre. In sostanza, il risultato sarebbe dovuto all’erogazione nel mese di dicembre dell’intera indennità di vacanza contrattuale del 2024. Parrebbe, dunque, dal commento, che il dato sia anomalo ma non sbagliato. Peraltro, l’Istat prevede variazioni tendenziali negative a (o da) gennaio.

    https://www.istat.it/it/files//2024/01/Retribuzioni-contrattuali-OTTOBRE-DICEMBRE-2023.pdf

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  24. Scusate ma io non mi illudo, troveranno il modo di negarci anche questi aumenti. Le note ISTAT non vengono rese pubbliche, pertanto non sapremo mai come vengono fatti i calcoli…..

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    • OK … adesso sono d’accordo 🙂

      anche lo scorso anno c’era una bella nota Istat dell’aprile 2023 (4,9 %) riportata da Zani in tabella … morale … dopo mesi … si sgonfia … 0,98 % … come non si sa …boh ???

      mi chiedevo tanto per … ma e’ giusto costituzionalmente che un dipendente non debba sapere con chiarezza come vengano calcolati i suoi emolumenti (che gli spettano per legge fino a prova contraria) e che il suo datore di lavoro non sia sufficientemente trasparente nel comunicare le modalità di calcolo degli stessi emolumenti ?

      saluti

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  25. Ragazzi vi pongo una domanda, visto quanto successo per il 2023 partiti da un adeguamento poi sceso miseramente a 0,98%, alla luce di quanto avete scritto sopra è possibile definire l’adeguamento per il 2024 al 4 % circa oppure esiste una concreta possibilità che ci ritroveremo con ulteriore 1% o giù di lì? Grazie

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    • Ciao Giuseppe, la situazione è molto diversa rispetto all’anno scorso, Il 4.4% è in tabella ed è la media degli aumenti tendenziali del 2023. Media che ha sempre approssimato i nostri incrementi negli anni passati sicuramente dal 2003 ad ora. La nota ARAN inoltre riporta aumenti tendenziali alti del 22.2% delle retribuzioni contrattuali del personale non dirigente da cui dipendono i valori alti di tutto il comparto PA, ed indirettamente, come specifica la legge 448 del 1998, i nostri aumenti.
      Il 4.9% dell’anno passato era invece l’aumento tendenziale di Marzo 2023, mentre il 2.8% quello di Dicembre 2022, che appariva al posto del 22.2% quest’anno. Non si trattava quindi della media, che era invece l’1% circa per il 2022. In altre parole nello stesso punto della tabella che riportava l’1% a Dicembre 2022 ora vi è il 4.4%.

      Una percentuale di incertezza sul 4.4% rimane, essendo questa un’approssimazione in presenza di una situazione anomala, risultato di un aumento che e’ stato “anticipato” tutto insieme ad inizio anno, mentre per il privato verrà dilazionato mese per mese. Ma in ogni caso non potrà scendere più di tanto, l’adeguamento ISTAT2024 sarà comunque più del 3.2% che possiamo considerare come limite inferiore certo, e molto probabilmente intorno al 4.4%.

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  26. Caro Mauro, si apprezza sempre la tua competenza e precisione, tuttavia alla luce della pubblicazione ISTAT del 31 gennaio 2024, a meno di future rettifiche, l’incremento stipendiale dal primo gennaio 2024 dovrebbe essere del 5,45%, non 4,4, come ipotizzato da ARAN. Chiaro che comunque si sta parlando di incrementi significativi, ben lontani dallo 0,98% dello scorso anno.
    E’ possibile che ARAN avesse pubblicato la sua nota prima di quella ISTAT. L’alternativa, come ovvio, è che sia io a sbagliarmi,

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  27. Ciao Antonio, ho cercato ma non trovo nella pubblicazione ISTAT del 31 Gennaio 2024 questo dato del 5,45%, ne riferimenti diretti al nostro adeguamento, per cui non capisco da dove viene, ho guardato anche le tabelle sulle serie storiche associate ma nulla. Ti chiedo pertanto se lo hai estrapolato da qualche tabella? Oppure se arriva a seguito di un contatto diretto? La nota statistica di ARAN deriva dal comunicato ISTAT e quindi i dati presumibilmente sono gli stessi e questa stima del 5,45% non la trovo da nessuna parte. Si può trovare invece un 5,4 come media degli aumenti tendenziali dei comparti a contrattualizzazione collettiva, Pag. 6 della nota ARAN. E’ questo a cui ti riferisci? Ma guardando gli anni precedenti questo valore non approssimava i nostri incrementi. Insomma non ho trovato nulla a supporto, forse mi è sfuggito. Potresti chiarire per favore?

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    • Se si legge il prospetto 4 della nota ISTAT del 31/01 che pone come base=100 l’anno 2015, la retribuzione media della pubblica amministrazione arriva 111,9. Sommando i nostri incrementi dal 2015 (compreso quindi il periodo del blocco) ad oggi arriviamo solo a 6,44%, da cui si evince che la differenza è effettivamente il 5,46%. L’adeguamento ISTAT di quest’anno dovrebbe essere quindi (al netto dei decimali) vicino a questa cifra.

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  28. Se invece consideriamo solo i comparti di contrattazione collettiva l’indice della PA si fissa a 111,2, quindi la nostra differenza effettiva sarebbe 4,76%, in linea con la nota ARAN.

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  29. Dunque, Mauro, la tabella riportata a pagina 5 nell’ultima nota Istat sulle retribuzioni contrattuali indica una variazione media annuale del 5,5%, in linea con i calcoli di Carlo.
    In effetti, riprendendo le informazioni relative alle retribuzioni tendenziali per i 12 mesi del 2023, i dati riportati dall’ISTAT per le retribuzioni della Pubblica Amministrazione sono:

    Gennaio: 4,7
    Febbraio: 4,9
    Marzo: 4,9
    Aprile: 4,7
    Maggio: 4,4
    Giugno:4,4
    Luglio: 3,3
    Agosto:3,3
    Settembre: 3,3
    Ottobre: 3,1
    Novembre: 2,2
    Dicembre: 22,2

    Questi dati mensili generano una media annua del 5,45%. Va detto che il Dpcm utilizza la seconda cifra decimale, mentre qui l’ISTAT fa degli arrotondamenti. Ma si tratta di differenza irrilevante. Se poi, invece, il perimetro della pubblica amministrazione è quello riportato nei dati ARAN, allora l’incremento sarebbe del 4,76%, ancora come riportato da Carlo e da altri in precedenza.
    Resta una certa incertezza sull’incremento che sarà effettivamente attribuito, anche per una “leggera” mancanza di chiarezza da parte dell’ISTAT, ma non solo. Per esempio, il mio Ateneo nel bilancio di previsione ha indicato una stima del 3,98%, ipotizzo basata su indicazioni del MEF.
    Possiamo forse concludere che l’incremento ISTAT da gennaio 2024 sarà compreso tra un minimo del 4% e un massimo del 5,5%. Da notare che il dato ARAN, 4,76%, si colloca esattamente nel mezzo. Resta ampia come forchetta ma almeno si generano in ogni caso incrementi significativi.

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    • Ciao Antonio, farebbe piacere anche a me ipotizzare un adeguamento più alto, ma purtroppo non e’ questa la tabella che in passato ha sempre approssimato i nostri incrementi ma quella del complesso PA dirigenti e non dirigenti. Se fosse effettivamente vero quanto sostieni guardando lo storico dovresti trovare corrispondenza con gli adeguamenti dei DPCM degli anni passati, ma non e’ cosi. Allo stesso modo i calcoli di Carlo dovrebbero funzionare per gli anni passati.
      1) Queste sono le ultime cinque medie del complesso PA (pag 2): 1,8 0,9 0,5 1,0 4,4
      2) Mentre queste sono quelle della tabella a pag. 5: 2,0 0,2 0,0 1,0 5,3
      3) Questi sono invece i DPCM: 1.71 0.91 0.45 0.98 ??

      Premesso che i dati con cui vengono calcolati gli adeguamenti non sono resi pubblici (cosi mi e’ stato riferito), non ci resta che approssimare, se possibile.
      Quale delle due serie storiche approssima meglio quella dei DPCM?

      Oltre a questo se non dovesse bastare, ho calcolato che la differenza delle sommatorie di 1 e 3 a partire dal 2003 e’ 0.09….

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      • Quindi mi pare di capire che, paragonando i numeri di 1 e 3 (che, al netto dei decimali, mi sembrano grosso modo coincidenti), si conferma quanto ipotizzato da Antonio, supportato anche da ARAN e dai miei calcoli approssimativi, che il prossimo aumento dovrebbe essere abbastanza vicino al 4,4%

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  30. Molto bene Mauro, grazie per i tuoi chiarimenti. Mi sembra che la tua analisi sia convincente. La tabella che io avevo considerato tende in effetti a sopravvalutare l’incremento stipendiale per il 2024.

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  31. Non sono un giurista, per cui chiedo a chi ha adeguate competenze se è possibile mettere in mora le amministrazioni interessate per i ritardi nell’emanazione dei D.P.C.M. nonché per il “ritardo nella corresponsione di quanto dovuto, in conseguenza del mancato ricalcolo delle erronee percentuali di incremento istat (già applicate) a causa del differito rinnovo dei contratti”. Grazie.

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      • Spero di no: nella sua risposta del 28 gennaio Francesco (che ringrazio) diceva che gli amministrativisti sono fiduciosi e ha promesso di tenerci aggiornati.

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  32. Nel frattempo ringraziamo per l’eccellente lavoro l’ISTAT per cui conviene mettere in tavola (a colazione, pranzo e cena) per i propri figli un pasticcio di PADEL, RASOI da BARBA e SMARTPHONE.

    Grazie ISTAT buonissima idea! 🙂

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  33. Verosimilmente il prossimo adeguamento sarà prossimo al 4.4% e se si conferma l’attuale tendenza, vedremo il DPCM nel 2025 (i termini scadono ad APRILE 2024). Se così sarà, avremmo avuto un incremento stipendiale pari 0,45% a decorrere da gennaio 2022 e dello 0,98% a decorrere da gennaio 2023 e dovremo aspettare il 2025 per vedere un ulteriore adeguamento. Oltretutto “grazie” ai ritardi non voglio neanche pensare a quanti arretrati andranno persi per i contratti stipulati retroattivamente. Ad esempio in riferimento al personale della Polizia di Stato, il contratto 2019-2021 ha prodotto i suoi benefici a gennaio 2023 quindi la frazione di aumento dell’indice istat per quel triennio, non produce arretrati per noi. Dovrebbero rivedere a ritroso i DPCM per gli anni interessati ogni qual volta questo accade e per tutte le categorie, ma sappiamo che non è così. E’ inaccettabile che le inadempienze nella stipula dei contratti debbano pagarle i Dirigenti. Secondo me occorre uscire da questo diabolico meccanismo e utilizzare lo strumento della contrattazione che ha prodotto per categorie più fortunate incrementi di ben altro livello. Bisogna tener presente che la perdita di potere d’acquisto dovuto alla recente ondata inflattiva, non sarà più recuperata. In sostanza chi deve sottostare a questo meccanismo è diventato “più povero” in relazione alle altre categorie, soggette a contrattazione sindacale.

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  34. tanto per chiacchierare tra amici/colleghi …

    in realtà se le cose vanno come dovrebbero entro il 2024 … autunno 2024 ? sigh!

    1 emissione della famigerata e fantomatica nota Istat (entro il 31 Marzo 2024)
    2 DPCM
    3 verifica corte dei conti
    4 pubblicazione in G.U.

    … cosi’ mi sembra di aver capito funzioni l’operazione … l’adeguamento ultimamente stimato dovrebbe essere operativo entro l’anno e toccarci a partire da gennaio 2024

    cari saluti

    Rispondi
  35. Qui a Sassari, l’adeguamento dello 0.98%, comprensivo di arretrati, sarà in pagamento con lo stipendio di questo mese.
    Saluti a tutti
    Gavino Sanna

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  36. Buongiorno a tutti.
    Sono un ricercatore tempo determinato, e anche il nostro Ateneo (al momento preferirei non dire quale), a partire da questo mese (Febbraio 2024), ha già adeguato lo stipendio con il recente DPCM.
    Con grande sorpresa, però, ho saputo che gli arretrati del 2023 vengono riconosciuti solo ai docenti di prima e seconda fascia, mentre ai ricercatori viene riconosciuto solo l’adeguamento a partire dal mese scorso, cioè Gennaio 2024.
    Vorrei sapere se anche nei vostri atenei si adotta lo stesso criterio e, se sì, sarei curioso di sapere secondo quale norma.
    Grazie in anticipo a chi sia in grado di fornire risposte.

    Rispondi
    • A Bologna i ricercatori ricevono l’adeguamento dal 01/01/2023.

      D.P.C.M. 08.01.2024 pubblicato sulla G.U. n.13 del 17-01-2024; art. 1 comma 1:
      “A decorrere dal 1° gennaio 2023, le misure degli stipendi, dell’indennita’ integrativa speciale e degli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, degli ufficiali superiori e degli ufficiali generali e ammiragli delle Forze armate e del personale con gradi e qualifiche corrispondenti dei Corpi di polizia civili e militari, in vigore alla data del 1° gennaio 2022, sono incrementate in misura pari allo 0,98 per cento.”

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      • Ho l’impressione che Dario non parli di “ricercatori universitari” (ossia di ruolo, seppur ed esaurimento), ma di ricercatori a tempo determinato, come lui. Essendo però lo stipendio di questi ultimi agganciato a quello dei primi, la scelta del suo Ateneo è del tutto arbitraria e priva di fondamento. Peraltro è resa ancora più ridicola dall’aver riconosciuto comunque un po’ di arretrato, ma solo dal gennaio 2024… a caso

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  37. Grazie a tutti per le risposte.
    Quindi voi siete sicuri che questa scelta sia priva di qualsiasi riferimento normativo? Non ci sono discorsi legati ai bilanci degli atenei per i ricercatori a tempo determinato?
    Inoltre, cosa accadrebbe se un rtd (a o b) avesse concluso il contratto proprio a dicembre 2023? Avrebbe diritto a ricevere gli arretrati nonostante non sia più in servizio?
    Scusate per le domande, ma sono proprio curioso di conoscere queste casistiche poiché altri colleghi si trovano in situazioni simili.

    Il tutto, comunque, parte sempre dall’estremo ritardo da parte del Governo nel pubblicare il DPCM ogni anno.

    Grazie ancora a tutti

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    • E vedrai quest’anno. Nella migliore delle ipotesi lo pubblicheranno a dicembre 2024, nella peggiore, quel 4,4% diventerà un altro 0,98.

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  38. Buongiorno,
    da noi non sono stati erogati gli arretrati da gen 2023 a gen 2024 ai RU (e credo nemmeno ai PO e PA).
    Sperando di fare cosa gradita, allego la risposta dell’ufficio stipendi

    Per quanto riguarda gli arretrati dal 01/01/2023 al 31/12/2023 saranno invece applicati, con la conclusione della lavorazione del conguaglio fiscale, come previsto dalla normativa e come di consueto, a tassazione separata, e quindi con la retribuzione del mese di marzo 2024.

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      • Credo che l’ultimo periodo del post di Claudia sia una citazione dell’email arrivato dai suoi uffici amministrativi, quindi che cosa si intende per “tassazione separata” bisognerebbe chiederlo a loro.
        POTREBBE voler dire che, come già notato più volte in questo thread, gli arretrati relativi al 2023, essendo pagati nell’anno solare seguente (2024), per legge sono soggetti all’aliquota media, e non a quella massima come sarebbe altrimenti.

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  39. Qualche tempo fa in questo thread si è aperto un dibattito sui vantaggi e gli svantaggi di appartenere a una categoria non contrattualizzata. Penso che un utile contributo al dibattito si possa ricavare dalla lettura di questo articolo di Repubblica che ci consente di paragonare agevolmente le nostre retribuzioni e gli aumenti che abbiamo ottenuto negli ultimi anni a quelli di una categoria contrattualizzata della PA, rispetto alla quale non credo che dovremmo nutrire complessi di inferiorità: https://www.repubblica.it/cronaca/2024/03/18/news/dirigenti_scolastici_aumento_stipendi-422326811/?ref=RHLF-BG-P6-S1-T1.
    Come si legge nell’articolo, in seguito all’aumento, “lo stipendio di un dirigente scolastico italiano varierà tra i 76mila euro annui e gli 85mila euro, sempre lordi”. Il giornalista nota che le retribuzioni della categoria in questione arriveranno così “a superare quella di tanti ispettori ministeriali, che vigilano sul loro operato, e di diversi provveditori agli studi”. Il confronto con la retribuizione del professore universitario, invece, potrà farlo ciascuno di noi.

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  40. Aggiungo che molti di noi, in qualità di coordinatori/presidenti di CdS, gestiscono quotidianamente, quasi sempre a titolo gratuito, corsi di studio che hanno una complessità e un numero di studenti ben superiore a quelli di un istituto scolastico.

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