Adeguamento stipendiale ISTAT

L’adeguamento degli stipendi dei docenti e ricercatori universitari è previsto dall’art. 24 comma 1 della legge 448/1998 sulla base degli incrementi medi nell’anno precedente delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati, esclusi il personale di magistratura ed i dirigenti non contrattualizzati

A decorrere dal 1 gennaio 1998 gli stipendi, l’indennità integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e gradi di qualifiche corrispondenti, dei Corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica, sono adeguati di diritto annualmente in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive, ivi compresa l’indennità integrativa speciale, utilizzate dal medesimo Istituto per l’elaborazione degli indici delle retribuzioni contrattuali.

come confermato anche dall’art. 5 comma 1 del DPR 232/2011 che regola il passaggio al nuovo regime della legge 240/2010 (Gelmini)

Fermo restando quanto previsto dall’articolo 9, comma 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le tabelle di cui agli allegati 1, 2, 3 e 4 sono aggiornate ai sensi dell’articolo 24 della legge 23 dicembre 1998, n. 448.

Viene calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e determinato annualmente (entro il 30 aprile) con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), con decorrenza dal 1 gennaio dell’anno in questione (e conseguente corresponsione dei mesi arretrati rispetto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale).

Nel caso in cui tali emolumenti siano corrisposti in ritardo, la tassazione cui saranno soggetti sarà separata rispetto a quella degli altri redditi, come stabilito dall’art. 17 comma 1 lettera b del DPR 917/1986 (anche detto Testo Unico delle Imposte sui Redditi, TUIR)

L’imposta si applica separatamente sui seguenti redditi:

[…]

b) emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente riferibili ad anni precedenti, percepiti per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti o per altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti, compresi i compensi e le indennità di cui al comma 1 dell’articolo 47 e al comma 2 dell’articolo 46;

e nella misura stabilita dall’art. 21 comma 1 della medesima norma

Per gli altri redditi tassati separatamente, ad esclusione di quelli in cui alla lettera g) del comma 1 dell’articolo 17 e di quelli imputati ai soci in dipendenza di liquidazione, anche concorsuale, di cui alla lettera l) del medesimo comma 1 dell’articolo 17, l’imposta è determinata applicando all’ammontare percepito, l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all’anno in cui è sorto il diritto alla loro percezione ovvero, per i redditi e le somme indicati, rispettivamente, nelle lettere b), c-bis) e n-bis) del comma 1 dell’articolo 17, all’anno in cui sono percepiti. […]

Si riportano di seguito i decreti e relativo adeguamento percentuale degli anni precedenti (ricordando che nel quinquennio 2011-2015 tale adeguamento è stato bloccato per i docenti universitari, così come gli scatti stipendiali, e sino al 2018 vi è stato il blocco della contrattazione per tutto il pubblico impiego)

Anno Decreto Adeguamento
2026
2025 DPCM 04/07/2025 0.7% (17) 0.46% (18) 0.61%
2024 DPCM 23/07/2024 3.2% (13) 4.6% (14) 4.3% (15) 4.80% (16) 4.80%
2023 DPCM 08/01/2024 (12) 1.50% (8) 2.80% (9) 1.0% (10) 0.98% (11)
2022 DPCM 25/07/2022 0.45% (7)
2021 DPCM 15/03/2022 0.91% (6)
2020 DPCM 13/11/2020 1% (4) 1.71% (5)
2019 DPCM 03/09/2019 2.28% (3)
2018 DPCM 03/09/2019 0.11% (2)
2017 0.00%
2016  0.00% (1)
2011-2015
2010 DPCM 30/04/2010 3.09%
2009 DPCM 29/04/2009 3.77%
2008 DPCM 07/05/2008 1.77%
2007 DPCM 27/04/2007 4.28%
2006 DPCM 02/10/2006 2.23%
2005 DPCM 13/04/2005 2.82%
2004 DPCM 14/05/2004 1.38%
2003 DPCM 20/06/2003 2.75%
2002 DPCM 17/05/2002 4.31%
2001 DPCM 28/05/2001 2.60%

(1) in base alla nota ISTAT di marzo 2016 (qui leggasi il comunicato stampa), restando in attesa di conferma da parte del DPCM

(2) così richiama la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019

(3) valore indicativo in base all’aumento della retribuzione complessiva dei comparti istruzione e ricerca (qui la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019, e qui il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2016-2018 per il personale non docente dell’università), sanità, enti locali e funzioni centrali, e mancando ancora l’adeguamento per il rinnovo dei contratti dei dirigenti. Si veda inoltre il comunicato stampa dell’ISTAT per il trimestre ottobre-dicembre 2018. L’aumento della retribuzione del personale docente sarà (vedi nota della CGIL) di circa il 3.4%, distribuito nel triennio relativo al rinnovo dei CCNL, ovvero uno 0.11% nel 2018 (vedi nota (2), la precedente), un 2.28% nel 2019 e circa l’1% nel 2020 (in attesa degli adeguamenti stipendiali residuali)

(4) si veda la nota precedente per comprendere la motivazione

(5) si veda il link nel mio commento del 14/12/2020

(6) in base al comunicato stampa dell’ISTAT di aprile 2021 si ipotizzava lo 0%

(7) come stimato nella nota ISTAT del 31/03/2022 citata nella circolare #23 del 19/05/2022 del MEF; si veda anche la nota dell’ARAN del 31/01/2022 (pag. 2, Variazione % su anno precedente), con la stima del 0.5%

(8) in base alla nota trimestrale ISTAT del 28/10/2022

(9) in base alla nota trimestrale ISTAT del 31/01/2023

(10) in base alla nota dell’ARAN del 01/02/2023 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)

(11) si veda la circolare del MEF #29 del 03/11/2023, e la nota della CGIL dell’08/11/2023 sulla differenza nel calcolo rispetto alla nota ISTAT

(12) si veda l’interrogazione parlamentare del senatore Francesco Verducci riguardo il ritardo nell’emanazione del DPCM

(13) in base alla nota dell’ARAN del 30/10/2023 (si veda anche il commento di Mauro)

(14) in base alla nota dell’ARAN del 31/01/2024 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)

(15) in base alla nota dell’ARAN del 09/05/2024

(16) in base alla circolare del MEF #16 del 9/04/2024

(17) in base alla nota dell’ARAN del 04/02/2025 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)

(18) secondo un’indiscrezione del sindacato militare ASPMI

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1.074 commenti su “Adeguamento stipendiale ISTAT”

  1. Per quanto possa essere attendibile il comunicato stampa ISTAT sui Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali – I trimestre 2025, riporta un aumento tendenziale dell’1,7 %.
    Qualcuno vuole commentare?

    Rispondi
  2. Nella circolare 12 del 22 aprile 2025 del MEF a pagina 20, terzo capoverso risulta che in data 26 marzo 2025 l’ ISTAT ha comunicato la percentuale di incremento per il 2025, solo che non viene riportata.

    Rispondi
  3. Sono finalmente usciti di dati statistici sul sito ARAN (fonte ISTAT) riguardo il primo trimestre 2025: https://www.aranagenzia.it/wp-content/uploads/2025/05/Contr_2025-I-trimestre.pdf
    Il rapporto indica per il complesso PA un aumento tendenziale del 2.1% a Gennaio 2025, seguito da 1.8% a Febbraio e a 1.7% a Marzo. Questi dati indicano che l’adeguamento per il 2026 sarà sicuramente superiore a 1.9% in quanto non si sono riscontrati aumenti congiunturali rilevanti nel 2024, mentre seguendo quanto riportano i media ulteriori aumenti si dovrebbero riscontrare già da Aprile 2025. Quando usciranno i dati del secondo trimestre, con l’impatto degli aumenti da Aprile a Giugno sugli aumenti tendenziali del 2025, sarà possibile stimare con più precisione questo limite inferiore, che molto probabilmente sarà più alto.

    Rispondi
  4. Leggendo la tabella “(dirigenti e non dirigenti)” -> “Var. % medie annue”, abbiamo una corrispondenza di incrementi congrui con quanto realmente avvenuto:

    2021-> 0,5% applicato 2022 -> 0,45%
    2022 ->1% applicato 2023 -> 0,98%
    2023 ->4,3% applicato 2024 -> 4,8%

    quindi:

    2024 -> 1,9% applicato 2025? Intorno a 1,9%?

    vedremo (con il consueto ritardo)…

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  5. Mi domandavo se la nuova possibilità di aumenti stipendiali negli enti locali inciderà in prospettiva pluriennale anche sugli incrementi ISTAT per i non contrattualizzati.

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  6. Il dato 1.9% riguarderebbe il 2025 ma non si capisce come e’ stato calcolato in quanto la media degli aumenti tendenziali del 2024, calcolandoli sulla tabella subito a sinistra è 0.89% circa. Potrebbe essere un errore? ho chiesto informazioni ad ARAN… Più realistico invece è l’adeguamento dello 0.46% che appare nel comunicato sindacale aspi militari che in passato ci ha sempre preso. Un valore per noi sotto la media del complesso PA è ragionevole, in quanto la media dello stesso complesso PA nel 2024 è stata alzata proprio dal nostro 4.8% che non dovrebbe influire sul calcolo del nostro aumento. Inoltre l’anno passato si è superato l’aumento del complesso PA (la media degli aumenti tendenziali della tabella a sinistra per il 2023 era circa 4.6%) e quindi è ragionevole che quest’anno la percentuale sia più bassa della media, visto anche che alla fine i dati (ovvero la sommatoria dei vari anni) mostrano che progrediamo come il complesso PA.

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    • Da questo rapporto si può dedurre anche una stima dell’aumento 2026 (che si dovrebbe basare sui contratti rinnovati nel 2025 se capisco correttamente)?

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    • La percentuale dello 0.7% riguarda l’incremento medio nel 2024 di tutto il complesso PA noi inclusi, visto pero’ che la nostra categoria ha contribuito con un 4.8% a questa media, è presumibile che il nostro incremento ne risenta e sia minore, in quanto non tiene conto dei nostri aumenti. Pertanto il nostro aumento sembra in linea con la percentuale dello 0.46% comunicata dal sindacato dei militari, che in passato è stato sempre affidabile. Relativamente all’incremento medio riportato in tabella a Dicembre 2024 di 1.9% ARAN mi ha risposto che si tratta di un refuso nella formula che lo calcolava media, e che il valore corretto nella tabella per gli incrementi medi a Dicembre 2024 dovrebbe essere 0.7%; la dovrebbero aggiornare a breve.

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  7. Noi non contrattualizzati pesiamo così tanto da far aumentare da 0,46 a 0,7 l’incremento medio della PA? Non ho i numeri sotto mano ma mi sembra un po’ tantino.

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  8. Permettetemi una battuta … anche l’1% di inflazione del 2024 deriva da una media pesata ? 🙂

    e cosa ne dite degli aumenti “pesati” della dirigenza contrattualizzata rispetto a quelli “pesati” … “de noi antri” ?

    ultima colonna della mitica tabella … colonna interessantissima … refusi permettendo ovviamente

    Mario

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  9. Salve, si riescono già a fare previsioni per gli aumenti ISTAT del 2026? Colleghi mi dicono che dovrebbero superare il 4,8% dello scorso anno. Secondo voi, tali dicerie sono attendibili o giustificabili? Grazie

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  10. Molto tempo fa su questa chat era stata annunciata la preparazione di un ricorso per il riconoscimento degli arretrati che i dipendenti contrattualizzati percepiscono in caso di rinnovo contrattuale ritardato e che invece per noi svaniscono nel nulla. C’è qualche aggiornamento in merito?

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    • Mi era stato risposto su questa discussione che c’è un problema di reperimento di un professionista in grado di fare i calcoli relativi. Credo non sarebbe difficile raccogliere fra noi il denaro necessario a compensarne uno.

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        • Non voglio certo h-osteggiare 🙂 ma raccogliere le disponibilità tramite commenti a questo post mi sembra poco efficace, e per di più fa perdere il contatto con i commenti al tema che verrebbero annegati nei tanti “disponibile”. Se qualcuno ritiene potete inserire qui un link che serva a tale scopo…

          Rispondi
  11. Buon pomeriggio, invito a leggere il comunicato stampa del consiglio dei ministri n. 131 del 12 giugno u.s. in merito al paragrafo dedicato al “Recepimento dell’accordo sindacale per il personale direttivo e dirigente del Corpo nazionale dei vigili del fuoco”:
    Sotto il profilo economico, l’accordo prevede, tra l’altro:
    gli incrementi stipendiali, pari a circa 254 euro mensili per i 1800 direttivi e a circa 477 euro mensili per i dirigenti, per i quali si è tenuto conto di un tasso di rivalutazione delle retribuzioni pari allo: 0,2% per il 2022, 0,3% per il 2023, 5,9% per il 2024, 6,1% per il 2025, e il 6,1% a decorrere dal 2026.

    Rispondi
  12. Sole24Ore di oggi

    sanità, firmato il contratto … in autunno 2025 effetti reali in busta paga per i lavoratori del settore … ma quanto la fanno lunga raga !!! … quando facevo il militare si diceva “agilizzati” 🙂 !

    Mario

    Rispondi
  13. Una domanda che forse può sembrare sciocca..ma i docenti universitari.in pensione.hanno lo stesso adeguamento come personale non contrattualizzato ?

    Rispondi
    • Questa pronuncia del Consiglio di Stato, anche se riguardante i magistrati, può incidere in positivo sull’adeguamento Istat dei docenti universitari? Grazie a chi vorrà fornire una (pur sintetica) risposta qualificata.

      Rispondi
    • La sentenza è davvero molto interessante. Purtroppo credo si riferisca ai soli magistrati e non anche al resto del personale non contrattualizzato. Ovviamente spero di sbagliarmi.

      Rispondi
        • Credo proprio di sì. Non so se ci sia qualche giurista in questo gruppo (io non lo sono), ma mi sembrano abbastanza evidenti due dati: la sentenza ovviamente riguarda solo i magistrati, ma le motivazioni sono assolutamente applicabili anche al nostro caso; la questione più rilevante mi sembra quella della esclusione degli arretrati dal calcolo; una prassi indifendibile, di cui si è discusso qui più volte e che ci danneggia moltissimo.
          A me pare che l’opportunità di fare un ricorso analogo sia indiscutibile. C’è qualche giurista-amministrativista fra noi? Se poi diciamo che, come categoria, non siamo nemmeno in grado di fare un ricorso ammnistrativo per difendere i nostri diritti, allora vuol dire che ci meritiamo qualsiasi abuso.

          Rispondi
  14. … la matematica non e’ un’opinione 🙂

    media “ponderata” … avrebbero potuto chiamarla media “alla marmellata”

    … quindi di fatto l’ISTAT ad oggi avrebbe il “potere” di stabilire di quanto debbano aumentare gli stipendi dei dipendenti pubblici (l’ISTAT … non il Governo) … ecco spiegati i numeri ballerini ( e secondo me farlocchi ) delle tabelle chilometriche … trattano le categorie di lavoratori e alcune voci stipendiali come “elementi” da inserire o meno nel “paniere” del calcolo

    faccio notare che ad inizio 2024 ( 18 gennaio 2024 … sito ARAN ) e’ stato firmato il contratto (definitivo) del triennio 2019-2021 del comparto Istruzione e Ricerca ( non proprio 4 gatti ) … immagino che nel corso del 2024 tale contratto abbia modificato in maniera significativa le buste paga dei lavoratori interessati … che tutta questa roba, nel 2025, pesi per noi non contrattualizzati per un leggero 0.5%-0.7% ( calcolato sugli aumenti “ponderati” del 2024 … qui casca l’asino ) … mi sembra strano

    Mario

    Rispondi
  15. Un po’ di tempo fa eravamo nella stessa categoria dei magistrati i quali, immediatamente, si fecero approvare una legge che li staccò da noi. Effetto: aumenti, per loro, molto più sostanziosi, nessun “congelamento degli scatti” come è avvenuto in più di una volta per noi.

    Seconda considerazione: il progetto di affossare l’università pubblica è partito da lontano, almeno dall’inizio degli anni ’90 ed è stato perseguito, con regolarità, da tutti i governi. La deriva, che ha portato anche alla burocratizzazione del ruolo del professore universitario, ha avuto un colpo decisivo quando a capo del Ministero c’era una Ministra che si vantava che l’Italia avesse scavato un tunnel tra il Gran Sasso e il CERN e che introdusse il concetto delle 1500 ore perchè, secondo lei, i professori universitari non lavoravano.
    Alla ex-Ministra vorrei dire se sa che noi lavoriamo con la mente, studiando, scrivendo articoli che portano a migliorare la conoscenza dell’umanità, su argomenti di frontiera e, spesso, mai affrontati da nessuno, e che queste attività non ci lasciano nemmeno a Natale o a Pasqua. Non dimentichiamoci la storia.

    Rispondi
    • Verissimo. La storia non va dimenticata. Come, ad onore del vero, fatta eccezione per la Fedeli, non va taciuto il fatto che nessun Ministro dell’Università del PD abbia mai fatto qualcosa per scardinare (seriamente) il mare di burocrazia e di adempimenti inutili che, dal 2010, sta strangolando il naturale modo di essere della funzione docente. Se lo avesso voluto, il Partito Democratico avrebbe potuto cancellare l’assurda Riforma Gelmini e restituire dignità e serietà al ruolo dei Ricercatori e dei Professori Universatari, adottando una seria e ragionata revisione delle norme. Quindi, si è assistita, unicamente, ad una volontà bipartisan di ‘addomesticare la bestia’, affamandola e mortificandola … ; la questione dell’adeguamento Istat è la prova del nove di questa palese tendenza, comune (ahinoi) a tutte le forze politiche …

      Rispondi
      • Purtroppo hai pienamente ragione.
        La “non destra” (non mi va di chiamarla sinistra) credo, anzi, che abbia, in una scala di responsabilita’, colpe piu’ gravi perche’ Berlusconi, almeno, disse in modo esplicito che aveva intenzione di equiparare le universita’ private e quelle telematiche alle universita’ pubbliche, dimenticandosi che una mission importante dell’universita’ e’ quella della ricerca. La “non destra” ha avallato, con la sua insipienza, le cose.

        Rispondi
  16. Concordo con tutta l’analisi fatta dai colleghi. Perché non scioperiamo? In 30 anni di esperienza nel mondo universitario, non ho mai visto uno sciopero, ad eccezione della protesta dei ricercatori nel 2010 (occupazione dei tetti, sospensione degli esami), cui ho attivamente partecipato. Questa ci ha fatto ottenere alcuni risultati, parzialmente compensativi (anche se parziali) delle anomalie della riforma Tremonti-Gelmini, uno dei quali è il passaggio da triennale a biennale degli scatti stipendiali.
    Alcune categorie quando scioperano, bloccando l’Italia, ottengono sempre qualche cosa. Forse i docenti si sentono troppo “in alto nella scala evolutiva” per questo tipo di contestazione? Per me due sono le cose: o stiamo “bene” e non conviene stuzzicare il cane che dorme, oppure siamo incapaci di ribellarci a quella forma di servilismo a cui ci spinge l’ambizione della carriera universitaria.
    Scusate ma sono arrivato a queste conclusioni. Spero che qualcuno mi possa illuminare a questo proposito.

    Rispondi
  17. La sentenza conforta l’idea, avuta in passato, di proporre un ricorso analogo insieme alle altre categorie non contrattualizzate altre dalla magistratura. Purtroppo il sindacato con cui furono presi contatti, oramai più di un anno e mezzo fa, si è completamente sfilato (il ricorso necessita di calcoli specifici e accesso a documenti ARAN e ISTAT).

    Rispondi
  18. Forse non hai partecipato allo “sciopero” organizzato pochi anni addietro dal compianto Prof. Ferraro … ripristino degli scatti da triennali a biennali … io all’epoca partecipai e grazie a Ferraro si e’ ottenuto un ottimo risultato anche per colleghi (piu’ giovani di me!) che con supponenza credevano fosse inutile partecipare

    Mario

    Rispondi
    • Io e i miei colleghi abbiamo aderito alle iniziative del Prof. Ferraro; tuttavia nell’Ateneo salernitano ci siamo mossi anche in maniera indipendente dal Prof. Ferraro.
      Giovanni

      Rispondi
  19. Penso contribuiscano un po’ tutti i fattori che citi.

    Sicuramente “stiamo bene” e non vogliamo creare rumore. Sicuramente ciascuno di noi ha qualche collega (una sparuta minoranza ovviamente) che non fa NULLA oltre alle sue ore di lezione e le minime pubblicazioni necessarie allo scatto, non si presenta in Dipartimento e il suo ufficio è perennemente vuoto. Questo è certamente un privilegio e, credo, anche chi lavora 80 ore a settimana, valuta di grande valore non avere un orario, obblighi specifici e poter gestire il proprio tempo, magari per concedersi una vacanza più flessibile o, chi lo fa e entrando in tempo definito, sviluppare altre carriere, lecitamente parallele.

    Sicuramente il servilismo è abbastanza ben piantato nelle nostre menti. Magari non quello fantozziano, ma sicuramente l’importanza di stare belli sotto radar, non dare fastidio a nessuno, non esprimere opinioni. Non interveniamo per dire la nostra su problemi mondiali ben più gravi del nostro adeguamento stipendiale.

    Comunque anche senza scioperi o altre azioni semi mediatiche (che poi ci tornano contro, essendo visti anche dal general public come privilegiati, forse giustamente) si può pensare anche ad un bel ricorso supportato da qualche valido amministrativista, no ?

    Rispondi
    • Nel 2010 ? Al limite avrei potuto farlo come studente, ma dalle mie parti non se ne parlava molto e da fuori nessuno capisce veramente il complicato mondo delle norme universitarie.

      A dire la verità la 240/2010 per me è stata una benedizione: sarei ancora ricercatore se non ci fosse stato il percorso automatico RTB->PA e l’ASN che ha bloccato per un po’ i predestinati e mi ha dato una leva.

      Io non ho vissuto il prima, tutti quelli che l’hanno vissuto dicono che si stava meglio. Boh, a me pare che non si stia così male adesso, ma sarà perché sono cresciuto in cattività.

      Ho vissuto però a lungo nel mondo reale: qui al confronto è come avere i superpoteri integrati.

      Rispondi
  20. Salve a tutti, sono dirigente delle forze armate da poco meno di una settimana e dato che, sebbene molti pensino il contrario, economicamente non siamo messi benissimo, mi chiedevo se fosse già possibile fare una previsione dell’adeguamento 2026, più aggiornata rispetto a quella già fatta nei precedenti commenti. Ringrazio
    Attilio

    Rispondi
    • Buongiorno Attilio, nei prossimi giorni, quando usciranno sul sito di ARAN i dati statistici relativi al secondo trimestre 2025, si potrà fare una previsione più precisa. Considerando solo il primo trimestre gli aumenti medi si attestano intorno ad un minimo dell’1.9%, questo pero’ senza considerare ulteriori aumenti nei mesi successivi. Se tutti gli aumenti riportati dalla stampa nel secondo semestre saranno effettivamente a regime, questa stima minima dovrebbe risultare decisamente più alta, vedremo tra pochi giorni, non appena escono i dati cercherò di fare una previsione.

      Rispondi
  21. Credo che Mario alluda allo sciopero indetto alla fine dell’ estate del 2017 dal Movimento per la dignità della docenza universitaria al quale abbiamo aderito in molti – anche se non moltissimi – contribuendo tangibilmente all’ efficacia dell’ iniziativa.
    Mi sbaglio?

    Rispondi
      • Ah, idem, sono dentro dal 2019. Mi sono documentato però, iniziativa ben organizzata. Sicuramente potrei partecipare ad uno sciopero anche molto più aggressivo che la sospensione di una sessione di esami.

        Temo sarà difficile però trovare un terreno comune perché siamo molto frammentati. Il che è un’altra ragione per la quale siamo così reticenti. Abbiamo cioè interessi molto diversi e, in parte, contrapposti. In tutte le direzioni, sia tra i diversi ruoli (tra l’altro sarebbe da passare al ruolo unico) sia tra le diverse aree (ricerca applicata si, ricerca applicata no, industria si, industria no, etc.).

        Rispondi
        • Mi faresti un esempio di un’organizzazione (in qualche modo comparabile all’Università italiana) in cui esista il ruolo unico e si sia dimostrato una scelta funzionale? Grazie

          Rispondi
          • Precisamente quello che intendevo. Non ci avevo pensato abbastanza e ho fatto un’osservazione superficiale. Hai ragione, io ho torto. Bene così.

  22. pubblicato il DPCM riguardante l’adeguamento del trattamento economico del personale non contrattualizzato, a decorrere dal 1° gennaio 2025. (25A04144)
    (GU n.171 del 25-7-2025)
    Aumento pari a 0.61%

    Rispondi
  23. Dal 2020 considerando uno stipendio lordo di partenza di 5000 euro al mese, siamo praticamente giunti ad aumenti totali che portano il lordo a circa 5500 euro! Considerato che sono insistiti 6 adeguamenti credo che questo meccanismo sia fallimentare! Esiste un modo per cambiare questa farsa?

    Rispondi
    • Se il prossimo anno arrivasse, come si ritiene credo, un aumento nell’ordine del 4-5%, bisognerebbe fare il calcolo complessivo e compararlo con i vari ccnl. Non sono sicuro che il confronto sarebbe fallimentare ma potrei sbagliarmi. Sicuramente le tempistiche sono lentissime rispetto all’effettiva inflazione (il che ha un costo implicito non banale su un lungo arco di tempo).

      Senza un aumento 2026 consistente, il fallimento sarebbe evidente.

      Sarebbe interessante capire se nel lungo periodo l’attuale sistema crei più danno negli anni a normale inflazione o in quelli anomali (ad es. generando un 1% di perdita “reale” quando l’inflazione è al 2%, ossia spesso, o generando un 5% di perdita “reale” quando l’inflazione è al 10%, ossia occasionalmente).

      Rispondi
  24. In merito alla contrattazione per personale dirigente FF. AA. relativo al triennio scaduto già state avviate il 24 luglio scorso e con prossimo appuntamento 29 luglio, qualcuno può spiegarmi quali sono gli obiettivi che intendono perseguire le sigle sindacali?
    Rivedere le voci fisse e continuative del trattamento economico? Progressione biennale classi e scatti?

    Rispondi
    • Buongiorno, intanto permettere il riconoscimento della parte normativa (licenza solidale, nuovo parametro diaria missione giornaliera dal quale discende anche il calcolo della L. 86, licenza obbligatoria per paternità, ecc…) ferma a 7 anni orsono. Per quanto riguarda la parte pecuniaria la questione è molto articolata e ci sono diverse proposte che ovviamente NON possono riguardare la parte stipendiale (classi e scatti) bensì quella accessoria: per citarne una l’eventuale riconoscimento di un’indennità connessa all’incarico.

      Rispondi
    • Buonasera. In merito al quesito posto, no… la contrattazione non riguarda gli assegni fissi ma solo le indennità accessorie (missioni, indennità di comando… ecc), si tratta di indennità che competono solo in periodi contingenti all’incarico temporaneo assegnato. E per inciso, si tratta di pochi spiccioli e non a tutti, appunto.

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      • Se la tua domanda si riferisce al rinnovo delle indennità accessorie dei dirigenti delle FF.d.PP, la risposta è affermativa.
        Sono in corso di pubblicazione le tabelle riepilogative.
        Il 6 Agosto dovrebbe aver luogo la firma formale dei due contratti concordati tra le parti.
        Sui siti web dei sindacati di Polizia dovrebbero pubblicare a breve le tabelle dei corrispettivi suddivisi per fasce, con una sintesi delle 5 riunioni tenute in questi ultimi giorni.

        Rispondi
    • Mi chiedo se potrebbe essere una conseguenza della recente sentenza del consiglio di stato sulla retribuzione dei magistrati, che tra le altre cose riporta: “Inoltre, anziché basarsi sulla “media aritmetica” degli incrementi per categoria realizzati nel triennio, come imposto dalla legge, ha applicato erroneamente, una “media ponderata”, definita in base alla consistenza numerica di ciascuna categoria del pubblico impiego. Infine, ha del pari illegittimamente escluso dal calcolo gli aumenti del personale dipendente pubblico non contrattualizzato.”? Oppure la previsione del sindacato dei militari questa volta era errata? Certo che chi ha fatto il ricorso per i magistrati ha avuto accesso al metodo di calcolo dell’ISTAT, mentre ad ora per noi questo non sembra possibile, come mai?

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      • Ci sono due questioni che ritengo interessanti. Se è vero, come plausibile, l’effetto della recente sentenza, ci si potrebbe aspettare un ricalcolo?
        L’altra riguarda effettivamente la necessità di far convergere eventuali azioni su un qualcosa di organizzato. A me viene sempre in mente il Movimento del compianto Carlo Ferraro.

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      • Chat gpt:
        la sentenza n. 6003/2025 del Consiglio di Stato (e la gemella n. 6004) riguarda specificamente i magistrati ordinari, ma ha implicazioni sistemiche che possono potenzialmente estendersi anche ad altre categorie non contrattualizzate dello Stato, come:

        Professori universitari e ricercatori (in regime di diritto pubblico),
        Dirigenti generali e direttivi delle Forze di Polizia,
        Militari di alta fascia,
        Personale diplomatico e prefettizio,
        Magistrati amministrativi e contabili (TAR, Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato).
        Tuttavia, non si applica automaticamente, e vediamo perché.

        ⚖️ 1. La sentenza è limitata ai magistrati ordinari

        Le sentenze 6003 e 6004:

        sono state emesse su ricorso dell’ANM e di singoli magistrati ordinari;
        censurano il DPCM 6 agosto 2021 solo nella parte che riguarda l’adeguamento biennale della retribuzione dei magistrati, in attuazione del d.lgs. 160/2006.
        📌 Non estendono direttamente la loro efficacia ad altre categorie.

        🌐 2. Ma i principi interpretativi valgono per tutti i non contrattualizzati

        Il Consiglio ha affermato un principio generale:

        “La media da adottare per l’adeguamento delle retribuzioni dei pubblici dipendenti non contrattualizzati è la media aritmetica semplice degli aumenti riconosciuti al personale contrattualizzato”.
        📌 Questo principio, sebbene formulato in un contesto specifico (magistrati ordinari), potrebbe essere invocato anche da altre categorie analoghe che:

        non sono contrattualizzate (cioè, la loro retribuzione è fissata per legge o decreto);
        hanno diritto a un adeguamento automatico dei trattamenti economici legato agli incrementi del pubblico impiego.
        👥 3. I professori universitari pubblici, ad esempio, sono i più prossimi

        I professori universitari e i ricercatori:

        sono dipendenti pubblici non contrattualizzati;
        ricevono adeguamenti biennali automatici come i magistrati (art. 3, co. 1, DPCM 6/3/2008);
        sono spesso equiparati alla magistratura per vari profili stipendiali.
        📌 Se il loro aggiornamento retributivo viene calcolato con media ponderata (come avvenuto per i magistrati), potrebbero ricorrere al giudice amministrativo per chiedere l’applicazione della media aritmetica, fondandosi proprio sulle motivazioni della sentenza n. 6003.

        🔒 4. Ma serve un nuovo ricorso o un’estensione normativa

        La sentenza non produce effetti erga omnes, cioè:

        non modifica automaticamente i DPCM o decreti che fissano gli adeguamenti per altri settori;
        non vincola formalmente l’Amministrazione nei confronti di soggetti diversi dai magistrati.
        Perché valga per altri:

        o devono presentare ricorso invocando l’analogia con il caso ANM;
        o il Governo deve recepire l’orientamento giurisprudenziale in un nuovo DPCM che valga per tutti.

        Rispondi
        • … I professori universitari e i ricercatori:

          … ricevono adeguamenti biennali automatici come i magistrati …

          dimostrazione ennesima che “Chat gpt” o similari vanno presi con le molle … ma quali automatici !!! … di sicuro per gli universitari non sono automatici … c’e’ di mezzo ogni volta una valutazione su didattica e ricerca svolte del biennio … “automatici” equivale ad una fake … meglio chiarire … tra chi legge ci sono tanti professionisti di altre categorie non contrattualizzate

          per il resto … “concordicchio” … ma il calcolo della media puo’ essere fatto in tante maniere … se non si conosce la formula oggi adottata siamo nella palude … sicuramente non deve essere “ponderata”

          i magistrati sanno di cosa parlano … noi altri purtroppo, secondo me, non abbiamo elementi concreti su cui muoverci … altrimenti con tanto di “giuristi” e “avvocati” presenti nel corpo docente qualcuno se ne sarebbe accorto o no ?

          Mario

          Rispondi
          • “Automatico” e’ qui corretto, perché si riferisce agli aumenti ISTAT.
            A livello di ricorso, sarebbe per ora sufficiente avere il riconoscimento del fatto che la sentenza in oggetto si estende anche a noi. Inevitabilmente l’ISTAT sarà costretto a ricalcolare e intanto ne beneficeremmo.

        • Vediamo se sindacati e associazioni sapranno battere un colpo, o preferiranno tacere – a questo punto per sempre.

          Rispondi
          • Capisco,

            ma l’aggettivo “biennale” e’ comunque fuorviante (e non corretto) … l’adeguamento “automatico” ISTAT (per noi non contrattualizzati e non della categoria magistrati) in realtà e’ annuale per legge … gli scatti sono invece biennali (cambiamento di classe) e non automatici … la IA confonde le idee di sicuro! e’ addestrata male! 🙂

            Mario

  25. Salve, chiedo ad oggi quali contratti che contribuiscono a determinare l’adeguamento ISTAT per il 2026 sono stati firmati? E con che percentuali di aumento? Grazie
    AC

    Rispondi
    • Per il complesso PA si osservano solamente 2 aumenti congiunturali sempre dello 0.5% sia ad Aprile che a Giugno 2025. Questo porta ad attestare l’aumento tendenziale a fine Giugno 2025 al 2.8%. In questa situazione, se non vi saranno ulteriori aumenti congiunturali nel 2025, si può stimare un valore minimo per il 2026 di circa il 2.4%. Volendo invece stimare un massimo, ipotizzando un aumento congiunturale del 2.6% da subito a Luglio 2025 (che corrisponde alla somma massima degli aumenti congiunturali avvenuti nell’arco di 6 mesi nella serie storica a partire dal 2021 ad ora, escludendo fenomeni anomali come quello di fine 2023), si arriverebbe ad un massimo del 3.7% per il 2026. Quindi mi sentirei di stimare per la nostra categoria un aumento nel range 2.4%—3.7% per il 2026, con i valori alti a mio avviso molto improbabili.

      Rispondi
      • Nel 2025, il rinnovo del contratto delle Forze Armate ha portato aumenti del 6,5%. Quindi la percentuale da lei stimata non è verisimile.

        Rispondi
        • Buonasera Paolo, purtroppo gli aumenti delle diverse categorie vengono mediati con gli altri CNNL molti dei quali in attesa di rinnovo e quindi a valore 0. Approfondendo sulla base del rapporto istat del 30 Giugno 2025 (https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/07/Comunicato-APRILE-GIUGNO-2025.pdf) da cui sono tratte le tabelle ARAN, si legge che nel trimestre in questione sono stati recepiti 3 contratti della PA tra cui sembrano esserci anche forze dell’ordine e militari (difesa), per tanto sembra che purtroppo l’aumento importante per le Forze Armata abbia influito solo per un +0.5% su tutto il complesso PA. Oltre a questo, i rinnovi dei prossimi mesi peseranno solo in parte nel calcolo della media degli aumenti tendenziali (rispetto al 2024) dei mesi del 2025, ed i valori dei primi 6 mesi che fanno media per calcolare il nostro incremento sono i seguenti: 2.1, 1.8, 1.7, 2.3, 2.3, 2.8. Nel calcolo del massimo ho ipotizzato un aumento tendenziale del 5.3% da subito (luglio 2025) praticamente fino a fine anno (togliendo solo una piccola percentuale dello 0.2% negli ultimi tre mesi dovuta alla fine dell’effetto trascinamento di aumenti congiunturali avvenuti alla fine del 2024. Anche se l’aumento complessivo della PA dovuto al recepimento dei diversi contratti nel 2025 arriverà spero sopra il 5%, il meccanismo di calcolo basato sulla media degli aumenti tendenziali dei mesi dell’anno ritarda la nostra progressione e l’effetto degli aumenti recepiti nell’ultima parte dell’anno si trascinerà fino al 2027. Visto l’effetto negativo dei ritardi dei rinnovi contrattuali per la progressione della nostra categoria, sarebbe opportuno un approfondimento da parte di tutti i nostri sindacati in modo unitario al fine di valutare gli effetti della sentenza del consiglio di stato relativa ai magistrati, anche per approfondire la questione sul mancato riconoscimento degli arretrati dovuti ai rinnovi tardivi, su cui abbiamo dibattuto in precedenza su questo forum e che per noi rappresenta una notevole perdita.

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  26. Le Forze Armate, anzi, il Comparto Sicurezza, precedentemente richiamati, hanno una platea di circa 600k pax. Può sicuramente spostare la percentuale di rivalutazione verso numeri maggiori ma non credo in maniera netta. Va definito anche il periodo esatto in cui questo contratto è stato formalmente firmato.
    Concordo con Mauro riguardo alla stima, molto prematura, della percentuale in parola, non credo supererà il 3%.
    Spero di sbagliarmi!

    Rispondi
    • Ma secondo voi è plausibile che l’Istat continui ad applicare a noi una media ponderata anche di fronte a una smentita esplicita di questa modalità del Consiglio di Stato, seppur relativa ad altre categorie? Non c’è uno strumento per iniziare a mettere le mani avanti, anche in preparazione di un ricorso? Una comunicazione ufficiale all’Istat e/o al Governo da parte di una associazione o sindacato?

      Rispondi
      • Scusate l’ignoranza ma quando parlate di media ponderata parlate di
        media ponderata degli aumenti percentuali delle varie categorie o di media ponderata sui mesi dell’anno in cui gli aumenti sono effettivi o di entrambe?
        Perché una media aritmetica sarebbe più corretta? Comunque il problema degli arretrati sarebbe risolto solo in parte. A mio avviso, ma forse mi perdo qualcosa, la media ponderata è corretta ma poi ogni anno servirebbe un compenso “straordinario” per compensare gli arretrati. Corretto?

        Rispondi
        • “La decisione ribalta la precedente decisione del Tar che invece aveva respinto il ricorso. Secondo i magistrati ricorrenti, tra i quali figura anche l’ex presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, il Dpcm ha arbitrariamente escluso dal calcolo gli aumenti derivanti da rinnovi contrattuali riconosciuti nel triennio e le indennità per missioni e servizi all’estero. Inoltre, anziché basarsi sulla “media aritmetica” degli incrementi per categoria realizzati nel triennio, come imposto dalla legge, ha applicato erroneamente, una “media ponderata”, definita in base alla consistenza numerica di ciascuna categoria del pubblico impiego. Infine, ha del pari illegittimamente escluso dal calcolo gli aumenti del personale dipendente pubblico non contrattualizzato.”

          https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/stipendi-magistrati-consiglio-stato-boccia-dpcm-2021-adeguamenti-AHQF6AdB

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        • Il testo delle legge è presentato all’inizio del forum, “sono adeguati di diritto annualmente in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive, ivi compresa l’indennità integrativa speciale, utilizzate dal medesimo Istituto per l’elaborazione degli indici delle retribuzioni contrattuali”, dove si fa riferimento a incrementi medi conseguiti nell’anno precedente. Da quanto si evince dai dati questa frase è sempre stata interpretata calcolando due medie: quella (penso ponderata) delle diverse categorie contrattualizzate, seguita dalla media aritmetica degli aumenti tendenziali mensili avvenuti nel corso dell’anno. Si tratta di un interpretazione discutibile in quanto si sarebbe potuto anche interpretare come la media aritmetica degli aumenti dei diversi CNNL calcolata a fine anno, ovvero l’aumento tendenziale di Dicembre. Questa seconda interpretazione renderebbe il meccanismo di adeguamento più reattivo agli aumenti e quindi più veloce, ma purtroppo è stata sempre applicata dall’anno di emanazione della legge le prima interpretazione, come ho potuto appurare analizzando le serie dei dati passati. Non sono riuscito a trovare inoltre nessuna discussione su questo punto negli anni passati, il problema è emerso solo recentemente in questo forum (ci sono stati post in passato su questo punto) in quanto i ritardi nei rinnovi dei CNNL lo hanno reso più macroscopico. E’ chiaro che il ritardo significa perdita per la nostra categoria, in quanto eventuali grossi aumenti tendenziali riscontrati a fine anno risultano sempre mediati con quelli dei mesi precedenti e quindi posticipati all’anno successivo. Pero’, casi particolari come l’aumento tendenziale molto alto avvenuto a Dicembre 2023 indicano che questa seconda interpretazione risulterebbe difficile da applicare essendo presenti possibili riduzioni gli anni successivi, come ad esempio l’aumento tendenziale negativo di Dicembre 2024. Concludendo quindi, mi sembra che sia molto difficile argomentare su questo punto.

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      • Infatti! Sindacalmente noi siamo categoria praticamente inesistente, ma è possibile che nemmeno i sindacati confederali ritengano di dover promuovere un ricorso o mandare una diffida all’ISTAT?

        Ma nessuno di noi conosce qualcuno dei confederali a cui segnalare la cosa?

        Rispondi
      • La previsione fatta dal sindacato dei militari ASPMI (vedasi nota 18 nella tabella ad inizio pagina) prevedeva un aumento dello 0.46%, negli anni passati queste previsioni erano risultate sempre esatte. E’ possibile per tanto che sia stato fatto un ricalcolo per arrivare allo 0.61% del decreto approvato.

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  27. … chiarissimo … avevo capito bene …

    … “ha applicato erroneamente, una “media ponderata”, definita in base alla consistenza numerica di ciascuna categoria del pubblico impiego.”

    ecco spiegato perche’, ad esempio, per i dirigenti contrattualizzati della PA (sulla tabella ARAN) si leggono aumenti del 16,4% contro un 8,2% “dei nostri” … periodo 2014-2024

    si veda la Tavola 8 pag. 21 (Rapporto semestrale aran retribuzioni dip pubblici – 2024)

    la media aritmetica (almeno per cio’ che ci riguarda la legge e’ chiara … in ragione degli incrementi medi … Legge 448/1998 richiamata in testa a questo blog di ZANI) va calcolata sul numero delle categorie di dipendenti e non sulla numerosità dei dipendenti di tali categorie … cambia tutto e parecchio … ogni categoria pesa 1 sulle N esistenti

    se poi la dicitura “in ragione” viene interpretata a piacimento … allora signori le cose possono dipendere dal meteo

    resta da capire se il conto viene fatto sugli aumenti percentuali o sugli aumenti di pecunia nudi e crudi

    Mauro queste cose sicuramente le mastica molto bene … e forse potrebbe dirci la sua a riguardo

    Mario

    Rispondi
  28. La sentenza non si applica direttamente anche a noi, d’accordo.
    Però il Consiglio di Stato stabilisce definitivamente e inequivocabilmente una cosa che, tutto sommato, appariva già evidente: il metodo usato finora per calcolare il nostro adeguamento non rispetta la legge. Di conseguenza, governo e ISTAT dovrebbero immediatamente adeguarsi. Se dovessero continuare ad applicare alla nostra categoria un metodo di calcolo già dichiarato illegittimo, bisognerebbe subito ricorrere al TAR.
    Sarebbe naturale che a organizzare un ricorso come questo sia qualche sindacato/associazione di categoria. E qui casca l’asino. Capisco che, come è stato detto, siamo una categoria debole, divisa e reticente, ma continuo a trovare straordinario che su una questione così rilevante ci sia stato finora il totale disinteresse delle diverse sigle sindacali e anche del famoso (e peraltro benemerito) Movimento per la dignità, che ha sempre ignorato il problema. Vediamo se la sentenza cambia qualcosa, ma ne dubito, e temo che eventuali ricorsi dovranno essere proposti individualmente.

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    • Buongiorno. Immagino che della stessa problematica sia interessato anche la parte dirigenziale del comparto sicurezza. In particolare i dirigenti della Polizia di Stato che hanno al loro interno una organizzazione sindacale loro esclusiva. Se non ricordo male è ANFP. Chissà, magari si stanno già organizzando per un ricorso collettivo. Vedremo.

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    • C’è una ragione evidente dietro a questo “totale disinteresse”: i costi degli adeguamenti aggiustati – che si preannunciano, a quanto osserva Mario Chiarelli, consistenti – ricadrebbero (ricadranno?) sui bilanci dei singoli atenei. Temo dunque ci saranno resistenze e vischiosità di ogni sorta, che dovremo prepararci ad affrontare anche con degli scioperi.

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