L’adeguamento degli stipendi dei docenti e ricercatori universitari è previsto dall’art. 24 comma 1 della legge 448/1998 sulla base degli incrementi medi nell’anno precedente delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati, esclusi il personale di magistratura ed i dirigenti non contrattualizzati
A decorrere dal 1 gennaio 1998 gli stipendi, l’indennità integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, del personale dirigente della Polizia di Stato e gradi di qualifiche corrispondenti, dei Corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle Forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica, sono adeguati di diritto annualmente in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati sulle voci retributive, ivi compresa l’indennità integrativa speciale, utilizzate dal medesimo Istituto per l’elaborazione degli indici delle retribuzioni contrattuali.
come confermato anche dall’art. 5 comma 1 del DPR 232/2011 che regola il passaggio al nuovo regime della legge 240/2010 (Gelmini)
Fermo restando quanto previsto dall’articolo 9, comma 21, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le tabelle di cui agli allegati 1, 2, 3 e 4 sono aggiornate ai sensi dell’articolo 24 della legge 23 dicembre 1998, n. 448.
Viene calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e determinato annualmente (entro il 30 aprile) con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), con decorrenza dal 1 gennaio dell’anno in questione (e conseguente corresponsione dei mesi arretrati rispetto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale).
Nel caso in cui tali emolumenti siano corrisposti in ritardo, la tassazione cui saranno soggetti sarà separata rispetto a quella degli altri redditi, come stabilito dall’art. 17 comma 1 lettera b del DPR 917/1986 (anche detto Testo Unico delle Imposte sui Redditi, TUIR)
L’imposta si applica separatamente sui seguenti redditi:
[…]
b) emolumenti arretrati per prestazioni di lavoro dipendente riferibili ad anni precedenti, percepiti per effetto di leggi, di contratti collettivi, di sentenze o di atti amministrativi sopravvenuti o per altre cause non dipendenti dalla volontà delle parti, compresi i compensi e le indennità di cui al comma 1 dell’articolo 47 e al comma 2 dell’articolo 46;
e nella misura stabilita dall’art. 21 comma 1 della medesima norma
Per gli altri redditi tassati separatamente, ad esclusione di quelli in cui alla lettera g) del comma 1 dell’articolo 17 e di quelli imputati ai soci in dipendenza di liquidazione, anche concorsuale, di cui alla lettera l) del medesimo comma 1 dell’articolo 17, l’imposta è determinata applicando all’ammontare percepito, l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto del contribuente nel biennio anteriore all’anno in cui è sorto il diritto alla loro percezione ovvero, per i redditi e le somme indicati, rispettivamente, nelle lettere b), c-bis) e n-bis) del comma 1 dell’articolo 17, all’anno in cui sono percepiti. […]
Si riportano di seguito i decreti e relativo adeguamento percentuale degli anni precedenti (ricordando che nel quinquennio 2011-2015 tale adeguamento è stato bloccato per i docenti universitari, così come gli scatti stipendiali, e sino al 2018 vi è stato il blocco della contrattazione per tutto il pubblico impiego)
| Anno | Decreto | Adeguamento |
| 2026 | ||
| 2025 | DPCM 04/07/2025 | |
| 2024 | DPCM 23/07/2024 | |
| 2023 | DPCM 08/01/2024 (12) | |
| 2022 | DPCM 25/07/2022 | 0.45% (7) |
| 2021 | DPCM 15/03/2022 | 0.91% (6) |
| 2020 | DPCM 13/11/2020 | |
| 2019 | DPCM 03/09/2019 | 2.28% (3) |
| 2018 | DPCM 03/09/2019 | 0.11% (2) |
| 2017 | 0.00% | |
| 2016 | 0.00% (1) | |
| 2011-2015 | – | – |
| 2010 | DPCM 30/04/2010 | 3.09% |
| 2009 | DPCM 29/04/2009 | 3.77% |
| 2008 | DPCM 07/05/2008 | 1.77% |
| 2007 | DPCM 27/04/2007 | 4.28% |
| 2006 | DPCM 02/10/2006 | 2.23% |
| 2005 | DPCM 13/04/2005 | 2.82% |
| 2004 | DPCM 14/05/2004 | 1.38% |
| 2003 | DPCM 20/06/2003 | 2.75% |
| 2002 | DPCM 17/05/2002 | 4.31% |
| 2001 | DPCM 28/05/2001 | 2.60% |
(1) in base alla nota ISTAT di marzo 2016 (qui leggasi il comunicato stampa), restando in attesa di conferma da parte del DPCM
(2) così richiama la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019
(3) valore indicativo in base all’aumento della retribuzione complessiva dei comparti istruzione e ricerca (qui la circolare 31/2018 della Ragioneria dello Stato sul bilancio di previsione per l’esercizio 2019, e qui il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2016-2018 per il personale non docente dell’università), sanità, enti locali e funzioni centrali, e mancando ancora l’adeguamento per il rinnovo dei contratti dei dirigenti. Si veda inoltre il comunicato stampa dell’ISTAT per il trimestre ottobre-dicembre 2018. L’aumento della retribuzione del personale docente sarà (vedi nota della CGIL) di circa il 3.4%, distribuito nel triennio relativo al rinnovo dei CCNL, ovvero uno 0.11% nel 2018 (vedi nota (2), la precedente), un 2.28% nel 2019 e circa l’1% nel 2020 (in attesa degli adeguamenti stipendiali residuali)
(4) si veda la nota precedente per comprendere la motivazione
(5) si veda il link nel mio commento del 14/12/2020
(6) in base al comunicato stampa dell’ISTAT di aprile 2021 si ipotizzava lo 0%
(7) come stimato nella nota ISTAT del 31/03/2022 citata nella circolare #23 del 19/05/2022 del MEF; si veda anche la nota dell’ARAN del 31/01/2022 (pag. 2, Variazione % su anno precedente), con la stima del 0.5%
(8) in base alla nota trimestrale ISTAT del 28/10/2022
(9) in base alla nota trimestrale ISTAT del 31/01/2023
(10) in base alla nota dell’ARAN del 01/02/2023 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)
(11) si veda la circolare del MEF #29 del 03/11/2023, e la nota della CGIL dell’08/11/2023 sulla differenza nel calcolo rispetto alla nota ISTAT
(12) si veda l’interrogazione parlamentare del senatore Francesco Verducci riguardo il ritardo nell’emanazione del DPCM
(13) in base alla nota dell’ARAN del 30/10/2023 (si veda anche il commento di Mauro)
(14) in base alla nota dell’ARAN del 31/01/2024 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)
(15) in base alla nota dell’ARAN del 09/05/2024
(16) in base alla circolare del MEF #16 del 9/04/2024
(17) in base alla nota dell’ARAN del 04/02/2025 (pag. 2, Variazione % su anno precedente)
(18) secondo un’indiscrezione del sindacato militare ASPMI
Signori,
ma è possibile che tutti stanno prendendo aumenti e arretrati tranne noi? Ma vi sembra normale?
Gli arretrati si riferiscono al Decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 95 che ha escluso la Dirigenza delle FF.OO. dalla contrattazione collettiva ordinaria, stabilendo una progressione economica stabilita per legge e delegando ad un’area negoziale autonoma la disciplina dei compensi accessori ma senza istituirla formalmente. Da allora ad oggi il personale contrattualizzato ha beneficiato di due rinnovi contrattuali che hanno generato il paradosso di far percepire ai Dirigenti indennità accessorie inferiori. Il 14 marzo di quest’anno (con otto anni di ritardo) è stato emanato il decreto riportante l’ironica dicitura “Disposizioni URGENTI per l’istituzione dell’area negoziale della dirigenza del comparto sicurezza e difesa”. Nel decreto si stanzierebbero gli arretrati una-tantum relativo a questo periodo. Ovviamente le cifre sono lontanissime da quelle abituali relative al resto della dirigenza pubblica. Oltretutto, come si può evincere da varie fonti (https://www.simcarabinieri.it/il-governo-mantenga-gli-impegni-dirigenti-carabinieri-senza-fondino-2025-e-una-tantum-rinnovi-contrattuali-trienni-2018-2020-e-2021-2023/) della corresponsione di quanto atteso (ricordo, da otto anni) non c’è traccia, come non c’è traccia dell’avvio delle le procedure negoziali per il triennio 2024-2026 che si spera non necessiti di ulteriori otto anni.
Scusami,
ma se sono arretrati che non competono ai professori universitari, perché ne parliamo in una pagina che riguarda i professori universitari?
O, invece, riguarda anche noi?
L’adeguamento stipendiale Istat riguarda sia i professori universitari che il personale dirigente delle FF.AA. e questa è la pagina alla quale possono attingere o fornire informazioni le due categorie.
Quando ho posto la domanda sul rinnovo contrattuale dei dirigenti militari ho ritenuto che questa fosse la sede giusta poichè molto spesso, per fornire informazioni sull’adeguamento stipendiale, le fonti provengono da organismi militari o di Forze di Polizia e sovente sono colleghi che forniscono elementi informativi senza fare distinzioni sul destinatario.
E’ la seconda volta che viene sollevata la questione legata all’inopportunità di scrivere su questo blog poichè non di esclusivo appannaggio dei professori universitari bensì dei soli dirigenti militari e FF.AA.
Se così fosse me ne scuso ma ritenevo questa la sede giusta per opinioni e chiarimenti tra “colleghi” ritenendo, spero non erronemanete, il blog condivisibile con tutti.
Non ritengo sia un tema decisamente ortogonale a quanto trattato nell’articolo, per cui non ho ritenuto di fermarlo. Spero che quanto qui si riporta e si discute possa essere di aiuto a quante più persone possibile…
Condivido quanto dice Michele. Rilancio l’idea di aderire ad un ricorso promosso dai professori universitari, dal personale dirigente delle FF.AA. e da tutti coloro che subiscono indirettamente gli effetti negativi del ritardo dei rinnovi dei contratti della PA, senza mai percepire arretrati. E’ lo stesso principio in base al quale i magistrati hanno promosso, a quanto ho capito con successo, un ricorso.
Ho ritenuto cortese rispondere. La pagina è chiaramente orientata alla comune tematica dell’adeguamento ISTAT e sono lieto di contribuire. Ritengo che le digressioni, provenienti da varie categorie, possano essere utili per comprendere alcune dinamiche che altrimenti rimarrebbero oscure. Leggo con interesse e curiosità i contributi provenienti dal mondo universitario e considero la condivisione delle esperienze in questo spazio una rara occasione per accrescere la conoscenza di due ambiti che pur apparendo molto distanti, condividono — purtroppo — processi legislativi (e inerzie) sui quali è giusto essere informati.
Buongiorno, dal momento che il prof. Zani ha ritenuto pubblicabile del blog anche quanto di precipuo interesse della dirigenza militare rappresento che il consiglio dei ministri n. 149 nella giornata di ieri su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha approvato le ipotesi di accordo sindacale per il personale dirigente delle Forze di Polizia (a ordinamento civile e militare) e delle Forze Armate relative ai trienni 2018-2020 e 2021-2023. Si tratta del primo recepimento per l’area negoziale dirigenziale istituita dal decreto legislativo 95/2017, finalizzato a garantire la perequazione dei trattamenti. Il recepimento avverrà tramite decreti del Presidente della Repubblica.
Vorrei far notare che si parla di nuovi aumenti per il personale dirigente delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, mentre di aumenti per il personale docente universitario non si accenna nemmeno. Negli ultimi quindici anni noi abbiamo avuto complessivamente un aumento del 12%: significa circa lo 0,7% all’anno. Vi rendete conto? Zero virgola sette per cento l’anno negli ultimi quindici anni.
È chiaro che si preferisce discutere degli altri, perché per noi, evidentemente, non c’è nulla da dire.
Se nella pagina del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria venisse attivata una sottoscrizione utile per promuovere un ricorso giurisdizionale (già vinto dai magistrati), credo che in molti aderirebbero. Cosa ne pensate? Grazie
Certamente le adesioni ci sarebbero – in diverse università se ne parla, anche chiedendosi come mai tanti tacciano.
Caro collega, io sarei il primo ad aderire. Purtroppo, chissà per quale nemesi astrale, i docenti universitari si ritengono “classe eletta” e non si abbassano a supportare volgari rivendicazioni stipendiali. Personalmente io ritengo che chi non rivendica il giusto (e di questo qui si parla, ossia di un adeguamento tardivo a quello che altri classi di “privilegiati” percepiscono da subito) vuol dire che ritiene implicitamente di non meritare nemmeno quello che gli viene dato. Spero vivamente che un eventuale ricorso possa essere almeno sostenuto dai non pochi che faticano duramente ogni giorno per continuare a far andare avanti, tra mille difficoltà, l’università in Italia.
Penso che sia utile contattare il Movimento per la Dignità della Docenza e chiedere, attraverso la sua capillare newsletter, di sostenere l’iniziativa del ricorso giurisdizionale. Credo che sarebbe una ottima mossa da mettere in campo per contrastare l’immobilismo. In tanti aderirebbero, ma serve una rete promozionale valida e ampia. Meglio dare 50 euro oggi e averne 300 con arretrati poi … a parte il valore di dignità di una vittoria in sede giudiziaria …
Condivido pienamente
Ho scritto la seguente email al collega De Caro del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria
Gentile collega,
ti scrivo per chiederti se è possibile avviare, tra tutti i docenti aderenti al Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, una sottoscrizione volta a promuovere un ricorso giurisdizionale (simile a quello già vinto dai magistrati, https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/stipendi-magistrati-consiglio-stato-boccia-dpcm-2021-adeguamenti-AHQF6AdB) contro l’errata interpretazione/applicazione della normativa (art. 24 comma 1 della legge 448/1998) che porta i docenti universitari a subire gli effetti negativi del ritardo (spesso di vari anni) dei rinnovi dei contratti della PA, senza mai percepire (come avviene per il resto della PA) gli arretrati che tengono conto retroattivamente della data di partenza dei nuovi contratti.
In attesa di cortese riscontro,
Saluti,
Massimo Vitelli
Molto bene! Ben fatto!
Ottimo!
Ho un quesito sugli scatti e non sono riuscito a chiarirmelo dalla normativa.
Lo scatto è biennale e viene riconosciuto sulla base del lavoro svolto nel biennio precedente.
Io andrò in pensione il 1 novembre 2027, e l’ultimo scatto lo avrò maturato il 1 dicembre 2026.
Negli undici mesi, dal 1/12/2026 al 31/10/2027, non ho diritto al riconoscimento dello scatto?
La risposta ha conseguenze anche sul calcolo della pensione e del TFS, come potete immaginare, e parliamo di qualche decina di migliaia di euro.
In caso di risposta negativa, mi sembra che ci sia una disparità nel trattamento tra chi matura lo scatto esattamente il giorno in cui andrà in pensione e chi invece ci andrà il giorno prima della maturazione.
Inoltre, la mancata procedura di valutazione di quanto fatto negli undici mesi finali potrebbe invogliare qualcuno a limitare al minimo l’impegno didattico e di assistenza agli studenti (non succederà perché ognuno di noi ama il proprio lavoro, ma è comunque una possibilità).
Qualcuno ha informazioni in merito? Grazie
Grazie per la domanda, Alberto.
Sono nella tua identica situazione (ultimo scatto che verrà maturato il 1 dicembre 2026, pensionamento previsto per il 1 novembre 2027), e nemmeno io ho avuto risposte in merito.
Al di là delle contingenze personali, credo che la domanda sia di assoluto interesse per i non pochi colleghi che si accingono a lasciare il servizio attivo, e spero che qualche collega ben informato (magari già pensionato, e “fresco” di simili esperienze, possa darci una mano! Saluti a tutti!
Tu andrai in pensione con lo scatto maturato il 1 dicembre 2026. Se al 1 novembre la tua università non ti ha ancora adeguato lo stipendio, dovrà comunicare all’INPS gli aumenti e ci dovrà essere una correzione successiva, anche riguardo il TFS. Per esperienza di altri però non sempre questo semplice passaggio sembra essere “automatico” ma mi dicono vada seguito in maniera specifica
Caro collega, cortesemente ti potrei chiedere l’origine delle tue informazioni? Proprio oggi ho avuto comunicazione, dal mio Ufficio Gestione Docenti (UNISS) del fatto che frazioni di scatto stipendiale non vengono riconosciute dal mio Ateneo in quanto, per poter partecipare al bando per la sua attribuzione, il biennio deve esser stato maturato per intero e bisogna essere in servizio attivo. A questo punto, diviene dirimente l’origine di questa norma: legge dello Stato o disposizione d’Ateneo? In quest’ultimo caso…ci sono margini per potersi appellare!
Previsioni di adeguamento nel 2026?
Cari Colleghi, segnalo che nella mail odierna (9 dicembre 2025) del ‘Movimento Carlo Ferraro per la Dignità della Docenza Universitaria’ non compare alcun cenno alle rivendicazioni salariali e alla questione dell’adeguamento Istat di cui abbiamo discusso nell’ultimo mese. Non mi pare un modo rispettoso di rispondere ad istanze legittimamente rappresentate e, soprattutto, ci si occupa solo dell’Anvur e della governance (ovvero del ‘potere’), trascurando la problematicità degli aspetti economici del nostro lavoro. Ho scelto, quindi, per protesta, di non firmare l’appello inoltrato, pur se condivisibile in tanti aspetti.
Un saluto a Tutti
Ho scritto anch’io a De Caro il 20 novembre un messaggio analogo a quello di Massimo (vedi sopra la sua comunicazione del 26/11) e ho sollecitato una risposta il 2 dicembre, senza riceverla. Ora capisco di non essere il solo. L’assoluto disinteresse del Movimento per una questione evidentemente rilevante e seganalata da diversi colleghi mi sembra davvero incomprensibile: non solo non ci rispondono personalmente, ma ignorano completamente il problema nelle circolari che continuano a inviare. Qualcuno dei colleghi che ci leggono è in qualche modo coinvolto nelle attività del movimento e potrebbe spiegarci le ragioni di questo comportamento?
Oggi, 9/12/2025, ho inviato al collega De Caro (del Movimento Carlo Ferraro) quanto segue:
Gentile collega,
ti reinvio la seguente email (che ti ho già inviato in data 26/11 u.s.) e a cui non ho ricevuto risposta, immagino per problemi tecnici o di spam.
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Gentile collega,
ti scrivo per chiederti se è possibile avviare, tra tutti i docenti aderenti al Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, una sottoscrizione volta a promuovere un ricorso giurisdizionale (simile a quello già vinto dai magistrati, https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/stipendi-magistrati-consiglio-stato-boccia-dpcm-2021-adeguamenti-AHQF6AdB) contro l’errata interpretazione/applicazione della normativa (art. 24 comma 1 della legge 448/1998) che porta i docenti universitari a subire gli effetti negativi del ritardo (spesso di vari anni) dei rinnovi dei contratti della PA, senza mai percepire (come avviene per il resto della PA) gli arretrati che tengono conto retroattivamente della data di partenza dei nuovi contratti.
In attesa di cortese riscontro,
Saluti,
Massimo Vitelli
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Saluti,
Massimo Vitelli
Grazie per il sollecito e spero che la presa in carico di queste istanze, del tutto legittime, avvenga rapidamente. In caso contrario, vorrà dire che il ‘Movimento Carlo Ferraro’ persegue solo rivendicazioni di carriera e di ‘potere’, mancando anche in buona educazione verso gli aderenti.
Saluti a Tutti