Diritto allo studio

Intervista di Anna Poli [AP] nel programma radiofonico “Marconi Radio Aperta” in onda su Radio Marconi

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[AP] Siamo arrivati ormai agli ultimi minuti di questa puntata di “Marconi Radio Aperta”, che abbiamo dedicato al tema del diritto allo studio partendo dalla proposta, forse controversa, provocatoria, del Presidente Grasso di abolire le tasse universitarie. Ci siamo chiesti soprattutto se una strategia, una misura di questo tipo, possa essere concretizzabile, reale insomma, e soprattutto se andrebbe davvero incontro alle necessità e alle difficoltà che l’università italiana vive e che sono oggettive, le abbiamo messe in luce: dalle difficoltà di accesso per ragioni economiche, dalla mancanza di borse di studio, dalle difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro che ovviamente implicano anche delle difficoltà per chi si prepara ad entrare in quel mondo. Abbiamo visto come ad esempio le residenze universitarie in Italia non siano all’altezza delle domande, delle richieste degli studenti, e che quindi siano molto poche le famiglie in grado di sostenere un affitto, e questo ovviamente crea una situazione piuttosto complessa. Vogliamo concludere però, essendo partiti dalla teoria, con qualcosa di più concreto, e parliamo di questo argomento con Maurizio Zani, Delegato del Rettore per il Diritto allo studio del Politecnico di Milano. Buongiorno.

[MZ] Buongiorno

[AP] Allora, dopo aver fatto una grande panoramica sull’argomento, le voglio chiedere come il Politecnico di Milano (lo prendiamo come esempio in questa mattina per concretizzare appunto ciò di cui stiamo parlando) riesce a garantire il diritto allo studio. Quali sono le misure, le strategie messe in atto per andare incontro alle esigenze degli studenti.

[MZ] Direi che il punto chiave è l’investimento; il nostro ateneo, il Politecnico di Milano, investe molto su varie tematiche di didattica, di ricerca e anche sul diritto allo studio. Da parecchi anni facciamo in modo che tutti gli studenti che sono idonei per conseguire la borsa del diritto allo studio ne siano anche benficiari, quindi a ogni studente idoneo la borsa viene erogata, e questo riusciamo a realizzarlo integrando con risorse nostre quelle che sono le risorse che arrivano da Regione Lombardia. Giusto per dare due numeri, abbiamo appena stanziato nel bilancio preventivo triennale circa 6 M€ per ogni anno per fare in modo, come dicevo prima, che ogni studente idoneo sia beneficiario. Quindi la regola d’oro è: “Se ci si crede, investire”.

[AP] Ecco, anche perché come si legge dagli ultimi dati, in generale (ovviamente con differenze molto grandi tra città e città, e in città tra ateneo e ateneo) solo il 50% all’incirca degli studenti che hanno tutte le caratteristiche, i requisiti per ottenere una borsa di studio poi effettivamente la riceve. Per cui, ecco, questa integrazione dei fondi che arrivano a livello statale è necessaria, mi pare di capire, per poter poi garantire il Diritto allo studio. Voglio leggere con lei un messaggio di un ascoltatore che non si firma, che dice: “Come la mettiamo poi con le divisioni per classi sociali delle tasse, dove si prende per reddito anche quello che reddito non è, ma magari solo condivisione di proprietà di famiglia che reddito non danno?”. Ecco, questo fa riferimento anche a tutte le variazioni dell’ISEE che abbiamo citato nel corso di quest’ora, che ogni volta (essendo sono state molteplici nel corso degli anni) fanno sì che le fasce di reddito tendano sempre verso l’alto, e quindi uno studente si ritrova immancabilmente in una fascia di reddito nella quale poi non ha diritto a una borsa di studio.

[MZ] Sì, ovviamente le modalità di computo dell’ISEE rientrano poi in quelle che sono le tasse studentesche da pagare. Lato nostro, ovviamente considerando che prendo come dato sul quale non posso incidere, c’è una forte progressività però delle tasse studentesche, quindi (come penso abbiate già ricordato) c’è una prima no-tax area (un’esenzione totale) che consente a chi ha un ISEE sotto i 13 000 € di non pagare completamente le tasse, a parte che nel tempo dimostri di avere avuto un minimo di merito. C’è poi una fascia di esenzione parziale, fino ai 30 000 €, e poi da qui in avanti le tasse sono fortemente progressive, e quindi in qualche modo si cerca (insieme al fatto di garantire la borsa del diritto allo studio a tutti gli idonei) di fare in modo che le tasse siano decisamente più basse per chi si ritrova con un ISEE basso, ma già sopra i 30 000 €, fino ad arrivare ovviamente a tasse più elevate per chi ha un ISEE dai 100 000 € in su.

[AP] Le voglio chiedere anche un’altra cosa, perché ovviamente noi stiamo parlando di reddito, quindi di tasse che vengono ovviamente e giustamente calcolate in base al reddito, ma la questione del merito è anche fondamentale. Quanto il merito in Italia viene valorizzato e non valorizzato e come viene valorizzato all’interno del Politecnico di Milano?

[MZ] Beh, per quello che riguarda la tematica che stiamo discutendo adesso del Diritto allo studio certamente del merito se ne tiene conto, perché facciamo in modo che gli studenti che sono capaci e meritevoli oltre che bisognosi possano conseguire la borsa, quindi il merito rientra: se lo studente è sì bisognoso, ma non dimostra di avere quel minimo di merito nella sua carriera accademica ovviamente perde il diritto poi di avere la borsa. Quindi deve dimostrare un impegno da parte sua e a valle di questo impegno l’ateneo garantisce che lui abbia la possibilità di compiere l’intero percorso universitario. Ma mi viene da dire… questo non soltanto sul percorso universitario della laurea, anche per il dottorato ad esempio, che ne è la naturale prosecuzione: riceviamo un finanziamento dal Ministero per le borse di dottorato, ma l’ateneo (come dicevo prima la parola chiave è “investire”) investe aggiungendo borse di suo. Ne riceviamo 80, ne aggiungiamo altre 20, e da quest’anno ne abbiamo integrate altre 20 su tematiche interdisciplinari che toccano i grandi temi che noi tutti conosciamo: l’industria 4.0, i grandi rischi, le smart cities, la salute, i beni culturali. Quindi a fronte di un merito mostrato dallo studente l’ateneo mostra (ed è evidente con i numeri) che il suo impegno per mettere “al centro lo studente” (quantomeno per il Politencico di Milano di cui sto parlando) è garantito.

[AP] Quindi a maggior ragione mi vien da dire che investire nell’università (ma anche più in generale come abbiamo visto poco fa con Enrico Lenzi, giornalista di Avvenire, nell’ambito della formazionee dell’istruzione) è fondamentale perché va a beneficio poi di tutta la società e anche del mondo del lavoro, non solo quello di oggi, ma anche quello di domani. Ringrazio allora Maurizio Zani, Delegato del Rettore per il Diritto allo studio del Politecnico di Milano per essere intervenuto questa mattina. Grazie.

[MZ] Grazie a voi, buongiorno.

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